Come stimolare lo sviluppo del linguaggio nel bambino?
Lo sviluppo del linguaggio è un tema molto sentito da tutti i genitori. Le prime parole di un bambino sono per ogni genitore un momento emozionante, la relazione si fa ancora più stretta in questa nuova fase. Ma come stimolare il buon sviluppo del linguaggio nel bambino?
Già verso i 5-6 mesi con la comparsa della lallazione, il neonato inizia a preparare la parte del suo cervello deputata poi al linguaggio. Questo è un tipo di linguaggio primitivo, avviene così in tutto il mondo. Solo successivamente il bambino apprenderà la lingua madre, alla quale sarà esposto quotidianamente attraverso la mamma e tutte le persone significative che se ne prenderanno cura.
E’ per imitazione che il bambino inizierà a sviluppare un suo linguaggio, formato inizialmente da sostantivi “mamma”, “papà”, “pappa”, a cui andranno ad aggiungersi gli aggettivi “pappa buona”.
Alcuni suggerimenti utili:
- mettersi ad “altezza bimbo”: per un corretto ed efficace scambio comunicativo è importante potersi guardare negli occhi. Questo nei bambini ha una duplice valenza: poter entrare maggiormente in contatto con l’interlocutore, ma anche poter osservare, e quindi imitare, espressioni e movimenti della bocca.
- Evitare il bambinese, più utile e stimolante un linguaggio vero, magari accompagnato da alcune immagini. E’ preferibile “vuoi dell’acqua?” al “vuoi bombo?”, il bambino deve imparare a parlare e a progredire, non l’adulto a scendere!
- Parlare chiaramente denominando precisamente ogni oggetto, “la palla rossa”, “il cane grande”, i bambini imparano ascoltando ciò che sentono intorno, meglio dare dei messaggi chiari per far crescere ed arricchire il vocabolario.
- Incentivare l’utilizzo dei gesti nel bambino per far comprendere meglio il suo messaggio, “fammi vedere quale vuoi?”.
- Filastrocche e routines sono importantissime! Sfruttando la musicalità della filastrocca il bambino apprende e memorizza più facilmente, aiutandosi coi gesti a dare significato alle parole; mentre le routines, essendo azioni quotidiane quali lavarsi, vestirsi, andare a dormire, mangiare, prevedono una ripetitività, generando aspettativa nel bambino e dandogli modo di anticipare gesti e parole. Entrambe costituiscono quindi un ottimo momento di stimolazione e interazione.
- Sfruttare i vari contesti della giornata per raccontare: fare la spesa e la passeggiata fuori sono situazioni perfette per introdurre nuove parole, basti pensare ai suoni onomatopeici che riproducono le macchine, i treni, i versi degli animali che, utilizzati come supporto alle parole, aiutano il bambino a capire il messaggio.
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Come favorire lo sviluppo del linguaggio
E’ bene introdurre parole nuove in situazioni in cui il bambino sia messo nella condizione di capire, abbinare quindi la parola all’immagine corrispondente e successivamente esortare, con frasi di supporto, il bambino a riprodurla, avendola abbinata al suo significato, “guarda il treno”, “il treno fa ciuf ciuf”, “che treno grande!” “hai visto chi arriva? Arriva il …”.
- Giocare con il bambino. Non importa tanto il gioco, quanto il creare sempre nuove situazioni e nuovi stimoli comunicativi, enfatizzando tutte le parole nuove che emergeranno “il cane gioca con la palla rossa”, “lì vicino c’è un laghetto” “dove va la palla?” “splash! La palla cade nel laghetto!” ed eventualmente riprendere e completare le frasi incomplete del bambino “cane palla” “sì, il cane gioca con la palla, la palla rossa”. Il rispetto delle regole, i turni, la progettazione e la fantasia sono elementi che ritroviamo anche in una conversazione.
- Leggere dei libri figurati col bambino e commentarli insieme: indicare e descrivere le immagini incontrate, leggere ampliando il racconto. Anche vedere delle foto insieme e rievocare l’evento raffigurato o farsi raccontare un disegno stimoleranno il bambino a raccontare, magari aiutato con delle domande.
E infine la cosa più importante è accettare con entusiasmo qualsiasi tentativo comunicativo e linguistico messo in atto dal bambino, gratificandolo e proponendo eventualmente la forma corretta. Se il bambino non si esprime ancora bene è più giusto aiutarlo a spiegarsi piuttosto che fingere di non aver capito: riprendere la parte intellegibile e concentrarsi su ciò che non abbiamo capito, magari dando noi stessi delle alternative.
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