Come pronunciare i suoni: le letterine P e B.
Nel primo anno di vita i bambini iniziano a pronunciare i suoni, inizialmente giocando con i suoni, poi sperimentando versi e provando ad imitare quello che sentono nell’ambiente che li circonda.
Secondo alcuni studiosi è proprio l’imitazione del modello adulto che principalmente anticipa l’acquisizione del linguaggio e delle giuste reazioni in relazione a determinati stimoli sonori. Per pronunciare i suoni, il bambino inizia a scoprire il mondo attraverso le labbra e la lingua, infatti mettere in bocca gli oggetti dà al bambino un’immagine molto accurata della loro grandezza, forma e consistenza; è anche un modo fondamentale in cui il bambino impara il peso, il gusto, l’odore e la temperatura. Inoltre la bocca è utilizzata per succhiare il latte prima e mangiare dopo, quindi viene stimolata non solo dalla produzione orale. I suoni /p/ e /b/ sono anteriori e bilabiali, si formano quando le labbra si toccano e si aprono in maniera energica ed esplosiva.
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Sono suoni semplici da un punto di vista articolatorio e sono quindi tra quelli acquisiti per primi. Per pronunciare i suoni è necessario che le labbra siano chiuse e il palato molle sia sollevato, in modo da impedire all’aria di uscire attraverso la cavità nasale. I denti dovranno essere leggermente dischiusi e la lingua rilassata. Le labbra saranno improvvisamente dischiuse, così che l’aria che premeva per uscire produrrà una leggera esplosione, più sensibile in /p/, più debole in /b/ (la differenza sostanziale tra i due suoni è che nell’articolazione di
non vibrano le corde vocali, mentre vibrano in quella di [b]).Di queste due consonanti esistono anche le varianti raddoppiate [pp] e [bb]. Il luogo d’articolazione resta lo stesso; il modo si differenzia per una maggiore durata dell’occlusione, una maggiore pressione dell’aria nel punto d’ostruzione, e una esplosione più sensibile. Anche il suono /m/ è bilabiale e quindi appreso molto presto, ma siccome ha una risonanza nasale lo approfondiremo in un altro articolo. Nonostante la loro semplicità ci sono alcuni bambini che hanno difficoltà a pronunciare i suoni della P e della B. È il caso di bambini con un’ipotonia dei muscoli delle labbra (si manifesta già dalla nascita con difficoltà ad attaccarsi al seno) oppure nei bambini con una respirazione orale, come i bambini con ipertrofia adenoidea o con frequenti riniti e sinusiti.
Questi bambini non riescono a respirare correttamente dal naso, restano con la bocca aperta e quindi tendono a muovere poco le labbra quando parlano. In questi casi si può aiutare il bambino proponendo dei giochi volti a rinforzare la muscolatura delle labbra. In questo modo, pronunciare i suoni può diventare un’attività ludica
Esercizi per pronunciare i suoni
Tra i vari esercizi i più efficaci per pronunciare i suoni sono i seguenti:
Chiedere al bambino di stringere le labbra come per dare un bacio e stenderle con molta forza come se dovesse dire U_I. Ripetere l’esercizio tante volte di seguito, facendo attenzione che non stacchi mai le labbra.
Chiedere di stringere le labbra come per dare un bacio e spingere forte in avanti e verso l’alto, cercando quasi di toccare il naso.
- Chiedere al bambino di stringere le labbra come per mandare un grosso bacio e tirarle a destra e a sinistra più volte mantenendo i denti chiusi. Evitare che il bambino ruoti la testa o sposti il mento.
- Provare a “sbuffare rumorosamente”. Far gonfiare le guance e serrare le labbra, dopo qualche secondo di pressione chiedere di soffiare l’aria facendo vibrare le labbra.
- Chiedere al bambino di fare finta di masticare tenendo le labbra chiuse ed esagerando i movimenti.
- Chiedere di far vibrare le labbra socchiuse facendo uscire con forza l’aria producendo il suono del motore di una macchina.
- Chiedere al bambino di imitare il suono del tappo di spumante quando scoppia. Bisognerà prima far “sparire” le labbra e poi far scoppiare un suono simile al PA.
- Provare a mantenere una matita in orizzontale tra il naso e il labbro superiore. Stringere le labbra in modo che, anche se si pieghi in avanti la testa, non cada la matita.
Sarebbe preferibile effettuare questi esercizi davanti ad uno specchio in modo che il bambino possa controllare i movimenti mentre sperimenta il pronunciare i suoni ed avere così un feed-back visivo. Ci sono dei bambini che pur sapendo ripetere bene i suoni /p/ e /b/ non li utilizzano nell’eloquio spontaneo. Spesso si dà per scontato che se un bambino sa dire bene un suono, necessariamente debba pronunciarlo correttamente in tutte le parole che lo contengono. In realtà ogni volta che pronunciamo una parola tutti i suoni che la compongono si modificano in base alle letterine che li precedono e li seguono. Per questo motivo un bambino, pur sapendo ripetere correttamente le sillabe PA-PE-PIPO-PU può trasformare per esempio la parola PALLA in TALLA o ALLA e la parola TOPO in TOTO o TOO. È importante in questi casi rivolgersi ad un specialista per una valutazione ed un esame del linguaggio espressivo. Con questa analisi il logopedista potrà valutare quali e quanti suoni il bambino è capace di pronunciare e in quale posizione all’interno delle paroline. Dall’osservazione si deciderà se sarà necessario un trattamento logopedico specifico o se sarà sufficiente istruire il genitore fornendo qualche consiglio pratico e monitorando lo sviluppo del linguaggio.
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