Come promuovere un Attaccamento Sicuro nei propri figli
Nei precedenti articoli abbiamo analizzato nel dettaglio le motivazioni per le quali il legame di attaccamento che si instaura tra il bambino e il genitore sia così importante, ora vedremo come è possibile favorire lo sviluppo di un legame di attaccamento sicuro.
Una fondamentale premessa: ogni genitore nel proprio ruolo sta facendo il meglio che può pertanto dobbiamo considerare che fare “errori” è assolutamente fisiologo, ma tutti gli errori sono riparabili.
Ogni genitore è a sua volta figlio, perciò le proprie esperienze passate rappresentano una musica di sottofondo che influenza il modo in cui si guarda ai propri figli e come ci si sente rispetto ai loro bisogni.
Ad esempio, se un genitore ha avuto una madre estremamente preoccupata e spaventata nel lasciarlo andare in piccole autonomie, molto probabilmente si sentirà in difficoltà quando il proprio figlio cercherà di prendersi delle autonomie come allontanarsi per giocare da solo al parco. Qualcosa che potrebbe essere sicuro e normale, per via delle proprie esperienze passate viene percepito con ansia e preoccupazione. In questi casi diventa difficile vedere il bisogno del proprio figlio di esplorare ed avere autonomia.
Alcuni genitori si sentono in difficoltà quando un figlio si allontana, acquisisce autonomie, diventa più indipendente.
Altri genitori si sentono a disagio nel riaccogliere il figlio quando si è preso una sua autonomia. Fanno perciò fatica a consolare, accogliere, rassicurare.
Ogni genitori deve prestare molta attenzione a quando si accorge di provare paura:
- nella SEPARAZIONE dai figli
- nell’ INTIMITÀ con i figli
Come sviluppare un attaccamento sicuro
Come fare allora? Non possiamo certo modificare le nostre esperienze passate!
Un lavoro di riflessione su di sé, su come si è stati da figli, su come siano stati con noi i nostri genitori, lavorando sulle proprie emozioni per imparare a gestirle (non a NASCONDERLE), tutto ciò ci consente di approcciarci ai figli con una maggior consapevolezza e favorirne così la sicurezza.
Questo tipo di lavoro può essere promosso da un programma di intervento psicoeducativo che si chiama Circolo della Sicurezza (Parenting).
Si tratta di un modello di lettura delle relazioni e di intervento con i figli.
È un metodo esperienziale, interattivo, di breve durata che si può applicare con singoli genitori, coppie di genitori o in gruppo di genitori.
Attraverso questo tipo di lavoro si può uscire dal meccanismo per cui abbiamo la percezione che nostro figlio si stia comportando in quel modo così insopportabile per noi perché “lo fa apposta”.
Si impara a guardare al bisogno sottostante del figlio: di cosa ha bisogno in questo momento in cui si sta comportando così male? Cosa mi vuole comunicare? Perché io genitore faccio così fatica a rispondere a questo suo bisogno?
Molto spesso capita che i bisogni dei figli siano mascherati, difficilissimi da riconoscere. Ad esempio un bambino che ti allontana con rabbia mentre sta piangendo perché vorrebbe comprare a tutti i costi un giocattolo, in realtà ha bisogno che il genitore resti lì con lui e lo aiuti a regolare un’emozione che non riesce a gestire (in questo caso la frustrazione).
È proprio quando i figli sono più spaventati e confusi che si allontanano, ma è in quel momento che hanno maggior bisogno dei genitori.
Per aiutare a sviluppare un attaccamento sicuro, ogni genitore deve essere al contempo :
Una BASE SICURA da cui un figlio può partire per esplorare
Un PORTO SICURO nel quale un figlio può tornare quando si sente vulnerabile
Ogni genitore deve sapere di essere:
- Più grande
- Più forte
- Più saggio
- Più affettuoso
Se sì è solo più grandi e più forti il rischio (senza essere anche più affettuosi) il rischio è di essere MINACCIOSI.
Se sì è solo più affettuosi (senza essere però più grandi, forti e saggi) il rischio è di essere DEBOLI. E quindi di cedere proprio quando I figli hanno più bisogno di qualcuno che si imponga.
Ogni genitore deve sapere che è molto importante ASSECONDARE IL BISOGNO DEL FIGLIO (quando possibile).
Ma altrettanto importante IMPORSI (quando necessario).
È fondamentale trovare un proprio personale equilibrio tra FERMEZZA e TENEREZZA.
E questo è possibile attraverso la consapevolezza di ciò che mi sta capitando mentre sto facendo il genitore.
È bene che ogni genitore sia consapevole di quale sia la parte del proprio ruolo genitoriale con cui si sente più in difficoltà e di quale risulti più semplice.
Le ricerche dimostrano che i genitori in grado di operare queste riflessioni su di sé, hanno figli PIÙ SICURI.
Lo stile di attaccamento sicuro è associato ad uno stile genitoriale autorevole, attraverso il quale si valorizzano l’autonomia e l’indipendenza dei figli, ma si fa anche valere l’autorità dando delle regole, senza, tuttavia, ricorrere a metodi punitivi.
In sintesi possiamo dire:
- Accogliete ogni emozione di vostro figlio. Ci sono delle emozioni che noi genitori percepiamo come scomode, per molti ad esempio la rabbia o la paura o la tristezza. Ogni emozione però deve essere ascoltata e fare finta che non esista minimizzandola complica molto le cose per i bambini.
Capisco che tu sia molto arrabbiato con me ora, lo so che vorresti rimanere al parco, è difficile smettere di fare una cosa che ci piace così tanto, ma ora dobbiamo proprio andare a casa. Non appena sarà possibile torneremo al parco visto che ti piace così tanto”. - Regolate le emozioni di vostro figlio. I bambini sono spesso sopraffatti dalle emozioni che provano e non sanno come gestirle. Il compito di ogni genitore è quello di accogliere quell’emozione e restituirla regolata, accettabile.“Sei spaventato? Quando affrontiamo qualcosa che non conosciamo ci si può sentire spaventati, succede anche a me sai. Proviamo a capire insieme cosa ti sta spaventando così tanto e troviamo una soluzione.
- Riconoscete i bisogni di vostro figlio. In particolare quei bisogni nascosti, mascherati da comportamenti che sembrano raccontare l’opposto.
Se siete interessati ad approfondire e/o partecipare al programma del Circolo della Sicurezza, potete contattarci al seguente indirizzo e-mail:
info@ieledmeda.it
Approfondisci nel Blog: “Cos’è l’attaccamento? Conoscerlo mi può essere utile?”