Come produciamo i suoni: le letterine C e G
Durante il periodo della lallazione il bambino inizia per gioco a produrre i suoni.
Contemporaneamente alla scoperta dei suoni labiali p e b (di cui abbiamo parlato in questo articolo) compaiono i suoni gutturali e quindi le letterine c e g.
È bene specificare che le letterine c e g si collegano a quattro suoni diversi; infatti la lettera g può essere prodotta a livello velare (quindi nella parte posteriore della bocca) per esempio nelle parole gatto, ghepardo, ghiro, gorilla, gufo o a livello prepalatale (anteriore) in giallo, geco, giro, giorno, giusto. Allo stesso modo la c può essere letta come un suono duro, per esempio casa, chela, chiesa, corro, cuoco o come un suono più dolce in ciao, cera, cibo, cioccolato, ciuffo.
In questo articolo approfondiremo l’aspetto duro (quindi velare) delle letterine c e g.
Quando un bambino ha difficoltà a produrre questi suoni parliamo di KAPPACISMO ovvero la non-articolazione del fonema /k/ e GAMMACISMO, la non-articolazione del fonema /g/.
Vista la similitudine dei suoni, che si differenziano soltanto nella vibrazione delle corde vocali, è molto frequente riscontrare entrambe le dislalie nello stesso bambino.
Il kappacimo e gammacismo rientrano nella sfera delle dislalie funzionali ovvero quei difetti di pronuncia causati da una cattiva impostazione ed utilizzo dei settori dell’apparato fonatorio. Nello specifico per questi suoni il bambino tenderà a non esplorare la parte posteriore della bocca omettendo il suono velare o sostituendolo con un altro articolato nella zona anteriore.
Il bambino non dirà “casa” ma “asa” in caso di omissione, o “tasa” in caso di sostituzione. Poiché la pronuncia della Q è identica a quella della K anche la parola “quadro” si trasformerà in “uadro”, “tadro” o “tuadro”.
In caso di gammacismo la parola “gatto” diventerà “atto” o “datto”.
È molto frequente che il bambino, dopo il lavoro di impostazione del suono duro /k/, estenda spontaneamente l’apprendimento anche al suono /g/ aggiungendo la sonorizzazione.
Spesso sono sufficienti pochi esercizi di ginnastica dei vari settori interessati per determinare una corretta pronuncia ed eliminare le dislalie funzionali, determinate da una incompleta maturazione ed inadeguata capacità di controllare i complessi e precisi movimenti necessari per una corretta emissione dei vari suoni.
Come già detto in caso di kappacismo e gammacismo il bambino dovrà esplorare la parte posteriore della bocca, per questo potrebbe essere utile fargli fare dei gargarismi per abituarlo a “tappare” la gola con la parte posteriore della lingua.
Un altro esercizio propedeutico all’articolazione di questi suoni consiste nel chiedere al bambino di bere un sorso d’acqua senza ingoiarlo e aprire la bocca; in questo modo la lingua assumerà la posizione corretta per produrre le letterine K e G.
Per Approfondire: “Come produciamo i suoni: la differenza tra vocali e consonanti“
Resta sempre valido il consiglio, in caso di persistenza di queste difficoltà, di rivolgersi ad un specialista per una valutazione ed un esame del linguaggio espressivo.
Con questa analisi il logopedista potrà valutare quali e quanti suoni il bambino è capace di pronunciare e in quale posizione all’interno delle paroline. Dall’osservazione si deciderà se sarà necessario un trattamento logopedico specifico o se sarà sufficiente istruire il genitore fornendo qualche consiglio pratico e monitorando lo sviluppo del linguaggio.
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