Come produciamo i suoni: Le letterine M e N
I suoni consonantici della lingua italiana spesso si dividono in suoni sordi o sonori, ovvero coppie di letterine che si pronunciano nello stesso modo ma che variano solo per un tratto distintivo: la sonorità.
È il caso delle letterine che abbiamo già incontrato nei precedenti articoli:
Diverso è il caso della coppia che esamineremo in questo articolo; i suoni M -N si producono muovendo in modo diverso le labbra e la lingua ma hanno una caratteristica in comune: LA RISONANZA NASALE.
Sarà capitato a tutti, durante un raffreddore di notare come la parolina MAMMA si trasformasse in BABBA.
Questo avviene perché i suoni M e B sono simili dal punto di vista articolatorio (entrambi si pronunciano chiudendo le labbra) ma si differenziano per la risonanza. Infatti, mentre la letterina B ha una risonanza orale, la M ne ha una nasale. Quando abbiamo il raffreddore, essendo tappato il naso, l’aria non riesce a fuoriuscire dal naso e i suoni si modificano e trasformano.
Stessa cosa potrebbe capitare a dei bambini che non riuscendo bene a indirizzare il flusso d’aria alterano alcune letterine.
Le difficoltà nell’articolazione di questi suoni possono anche essere legate alla così detta rinofonia chiusa, ovvero una chiusura del passaggio d’aria dal naso per raffreddori cronici o adenoidi ingrossate.
In questi casi è indispensabile rendere libera la cavità nasale prima di iniziare un percorso riabilitativo.
Nel caso di raffreddori cronici e soggetti allergici bisognerà effettuare più volte al giorno i lavaggi nasali.
In caso di ipertrofia adenoidea sarà necessario contattare uno specialista per valutare il grado di ingrossamento delle adenoidi.
Perchè non bisogna respirare con la bocca
Respirare con la bocca non è solo una cattiva abitudine, ma comporta dei cambiamenti in tutta l’armonia del volto, modificando la tonicità dei tessuti e dei muscoli.
Il primo cambiamento avviene a livello nasale, la mucosa del naso quando non viene più sollecitata dal passaggio dell’aria tende a diventare molle, dando la sensazione di chiusura anche quando non si ha il raffreddore.
Più evidenti sono le ripercussioni sui muscoli delle labbra che, rimanendo sempre aperte, appaiono ipotoniche (classica postura a bocca aperta) e nei casi più accentuati compare scialorrea (perdita involontaria della saliva dalla bocca).
Questi bimbi dormono con la bocca aperta, russano e lasciano la chiazza di saliva sul cuscino.
Risolto il problema dell’ostruzione nasale sarà importante effettuare degli esercizi per tonificare le labbra, guance e lingua, che abbiamo già visto negli articoli precedenti.
All’allenamento muscolare consiglierei di aggiungere degli esercizi di respirazione e allenamento del soffio.
Come aiutare i bambini a migliorare i suoni M e N
La parola d’ordine per coinvolgere i bambini è divertirsi, quindi proponete attività senza costrizioni e prediligendo i giochi.
Per allenare il soffio orale si possono utilizzare le bolle di sapone, i fischietti e le trombette. Molto divertenti e stimolanti sono i colori a soffio ma ci si può esercitare davvero con oggetti molto semplici, basta schiacciare una bottiglietta e chiedere al bambino soffiando di farla tornare alla forma originaria.
Per esercitare la motilità del velo palatale è importante proporre giochi di aspirazione, bastano delle semplici cannucce e sarà possibile aumentare la complessità proponendo cannucce di diametro sempre maggiore.
Sarà poi indispensabile proporre attività per allenare esclusivamente la respirazione nasale, sempre aiutandosi con giochi e oggetti di tutti i giorni.
Si possono fare delle gare, chiedendo al bimbo di chiudere una narice e soffiare (dal naso) il più lontano possibile dei batuffoli di cotone.
Per rendere evidente la fuoriuscita d’aria dal naso si può posizionare un piccolo specchio sotto le narici e chiedere al bambino di soffiare, osservando quando si appanna il vetro.
Il consiglio più importante rimane comunque quello di rivolgersi ad uno specialista se fossero presenti difficoltà di coordinazione persistenti.
Approfondisci nel Blog: “Come produciamo i suoni: la differenza tra vocali e consonanti”