Imparare giocando: come fare i compiti divertendosi
Perché fare i compiti?
Fin dal primo anno della scuola primaria, il compito è una richiesta fatta dalle insegnanti al bambino per verificare quello che ha imparato in classe, per approfondire certi aspetti, e per iniziare a stimolarlo a lavorare da solo. Spesso si creano situazioni in cui fare i compiti non è visto come una responsabilità del bambino, ma come un vero e proprio “caso di stato” in cui lo stato è la famiglia. In realtà, i compiti sono creati per il bambino, per favorire il suo sviluppo e la sua crescita personale. Imparare a scrivere sul diario correttamente le consegne, accertarsi di svolgerle in tempo e chiedere aiuto se non si capisce qualcosa, sono tutte azioni che portano il bambino a sviluppare le proprie abilità cognitive e organizzative, e a renderlo più autonomo.
Una delle problematiche maggiori quando i figli frequentano la scuola è quella legata al fare i compiti. In molte occasioni, i genitori si trovano davanti a capricci, lamentele, e vere e proprie crisi di pianto perché chiedono semplicemente ai figli di fare i compiti. Questo problema legato alla scuola sta diventando sempre più importante e porta molte famiglie a vivere con difficoltà i pomeriggi, il weekend e i periodi di vacanza. Per provare a dare una soluzione a questi problemi, cercheremo innanzitutto di capire che ruolo hanno i compiti nella vita di ogni bambino e come fare a gestirli.
Il ruolo dei compiti
Il primo anno della scuola primaria prepara lentamente a un buon grado di autonomia, che è raggiunto in tempi diversi dai bambini. Le insegnanti fanno ai bambini delle richieste diversificate, utili innanzitutto a distaccarsi dall’ambiente famiglia e a inserire i bambini nel gruppo classe, che non è più spazio di gioco e divertimento come quello della scuola dell’infanzia, ma è anche il luogo dove si stabiliscono le basi per l’apprendimento e il primo scalino ufficiale che li accompagnerà nel loro percorso scolastico. Crescendo le richieste scolastiche aumentano sempre di più, di pari passo con lo sviluppo e la maturazione dei bambini. Se il fare i compiti viene affrontato subito positivamente, si potranno poi avere meno fatiche nelle scuole secondarie, dove i capricci lasciano il posto a vere e proprie prese di posizione degli adolescenti che non ascoltano più i genitori
Come aiutare i propri figli a fare i compiti?
Le indicazioni possono essere molteplici e diverse, cercheremo ora di illustrare alcuni possibili accorgimenti.
10 consigli per fare i compiti e vivere serenamente
- Organizzate il momento “compiti”. Per molti sembrerà scontato ma non è così. Spesso il primo problema con l’approccio al fare i compiti risiede nel fatto che a casa non si crea il contesto, il momento e uno schema di azioni, che aiutino i bambini a svolgere i compiti. A scuola sono abituati ad avere tempi scanditi dalle insegnanti, a ricevere le consegne e ad avere un tempo limitato per ogni attività. A casa, invece, si tende a procrastinare e ad assecondare i primi capricci, che porta a discussioni e sempre più libertà nello svolgimento dei compiti. Cercate di creare il contesto adeguato e limitate il tempo da dedicare al fare i compiti, mettete dei semplici confini che vi aiutino a mantenere l’ordine casalingo, come per esempio, i compiti si fanno subito dopo la merenda.
- Create una scaletta delle cose da fare giorno per giorno. E’ molto pratica e utile sia con i bambini piccoli che con i ragazzi delle medie, perché permette di focalizzare gli impegni. Organizzando le giornate e scandendo tutte le attività, gli sport e gli hobby, si crea una pianificazione che porta i bambini a imparare a portarsi avanti con i compiti, piuttosto che a voler finire prima tutte le consegne scolastiche per dedicarsi a quello che più gli piace fare.
- Ricordatevi e ricordate che non c’è solo il fare i compiti. Il dilemma compiti nasce con maggior frequenza nel momento in cui ci si focalizza solo su di essi. Non sono l’unico problema familiare e l’unico impegno dei bambini. Sono importanti e vanno fatti, ma non devono essere fonte di angoscia per tutta la famiglia.
- Se ci sono troppi capricci, mandate a scuola i bambini senza compiti. A volte serve un segnale chiaro che delimiti di chi sono le responsabilità, soprattutto con i preadolescenti. Tanti genitori arrivano sfiniti a sera nel tentativo di convincere i propri figli a svolgere quei due esercizi e ripetere la lezione, creando solo ancora più voglia di protestare. Lasciate che vadano a scuola senza compiti e che arrivi anche una nota o un’insufficienza. Vedrete che cambierà la prospettiva con la quale guarderanno la scuola. In fondo, a nessuno piace fare una figuraccia con l’insegnante!
- Aiutateli quando chiedono aiuto. Non è necessario essere fisicamente sempre presenti nel momento in cui si fanno i compiti, ma è importante dare la certezza che nel caso di bisogno voi siete lì per aiutarli.
- Supportate ma non sostituitevi a loro. Alcuni genitori, spinti da una sorta di senso di colpa per la mole di lavoro scolastico, si mettono a fare i compiti per i figli per permettergli di avere più tempo libero o per evitare che vadano a scuola senza compiti. Questo è un grande errore perché non permette ai ragazzi di sbagliare e di imparare dai loro errori. Quando non si sono organizzati e arrivano all’ultimo senza avere tutto pronto, con molta difficoltà evitate di intromettervi. La scuola è il loro compito, non il vostro.
- Appoggiate le insegnanti. Non sempre si è d’accordo con la metodologia di insegnamento della maestra o del professore, ma è importante chiarire al bambino che loro sono l’autorità scolastica. Screditare le insegnanti o giustificare i figli nel momento in cui qualcosa non va’ dicendo che è loro la colpa, non è la soluzione ai problemi. Piuttosto si può parlare con le insegnanti e capire che cosa non sta funzionando, prima di cambiare classe o creare scompiglio.
- Stimolateli con attività diverse. È possibile per alcuni bambini che con la scuola vada tutto liscio fino a un determinato momento, e che poi tutto diventi faticoso. A volte questo riflette una mancanza di motivazione allo studio, che può essere risolta con piccoli accorgimenti, come proporre di studiare con gli amici, alternare le attività di studio con altre attività ludico ricreative. I weekend di 48 ore di studio non piacciono a nessuno!
- Responsabilizzateli sul materiale scolastico. Motivo di litigio frequente è la perdita del materiale scolastico, con il risultato che per fare i compiti del giorno dopo si debba correre a casa di amici per recuperare il compito, oppure inviare foto e email perché si è persa la scheda. Evitate di rinforzare questo atteggiamento e insegnategli a riporre con cura le loro cose. Una buona organizzazione del materiale evita spiacevoli intoppi.
- Assicuratevi che non vi siano delle difficoltà evidenti. Nonostante la crescente attenzione per i bambini e per la scuola, ci sono dei casi in cui non ci si rende conto che la fatica e le difficoltà riscontrate dal proprio figlio sono eccessive per l’età in cui si trova. In tal caso rivolgetevi ai servizi competenti per approfondire tali difficoltà ed escludere o al contrario diagnosticare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Dott.ssa Paola Secchi