Come avviene l’apprendimento per Feuerstein? L’Esperienza di Apprendimento Mediato
Dopo aver descritto la concezione che Feuerstein ha dell’intelligenza, è importante ora comprendere come secondo lui avviene l’apprendimento, parleremo quindi di Esperienza di Apprendimento Mediato.
Per fare ciò è necessario partire delle ipotesi formulate in precedenza dalla psicologia per spiegare come avviene questa funzione.
Iniziamo dalle teorie elaborate dalla psicologia comportamentale. Secondo questo approccio, l’apprendimento avviene secondo uno schema:
S-R
dove a uno stimolo S corrisponde una risposta R. In questo modello, l’apprendimento è la conseguenza dell’interazione tra l’individuo e l’ambiente a cui il primo risponde. Vi sono diversi studi ed esperimenti che confermalo tale modello. Uno tra tutti, quelli di Pavlov sul condizionamento animale.
Pavlov nei suoi studi con i cani ha associato in modo sistematico uno stimolo neutro (campanello) a una risposta (salivazione), attraverso la presentazione del cibo. Infatti, ogni volta che veniva proposto il cibo ai cani, veniva prima suonato un campanello. Una volta appresa l’associazione S-R (campanello – stimolo), in un secondo momento, anche se il cibo non veniva dato, bastava la sola presentazione dello stimolo (campanello) per avere la risposta di salivazione.
Tuttavia, questa visione non dà spiegazione delle differenti reazioni che soggetti diversi possono dare alla presenza di uno stesso stimolo.
Per questo motivo lo schema S-R viene inseguito modificato nello schema:
S-O-R
dove O rappresenta l’organismo. Da questo si deduce che il singolo individuo (O) di fronte a uno stimolo risponderà in modo diverso in base alle proprie caratteristiche. Diventano quindi fondamentali e centrali, le differenze individuali e le particolarità dei singoli individui.
Il mediatore
Ma non basta, Feurestien non si ferma a questa visione. Va infatti oltre, aggiungendo allo schema S-O-R un ulteriore elemento, H (=Homo, essere umano), trasformando nuovamente lo schema in:
S-H-O-H-R
Feuerstein inserisce quindi nel processo di apprendimento un altro essere umano, che chiamerà Mediatore, che favorisce l’apprendimento e attraverso il quale l’individuo può modificarsi e cambiare. Ci riferiamo in particolare ai principi della Teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale, già spiegati in precedenza. Come descritto, il mediatore è colui che si prefigge l’obiettivo di sviluppare le capacità dell’individuo, senza sostituirsi ad esso, ma selezionando gli stimoli più adeguati.
Infatti, come descritto nello schema illustrato sopra, il mediatore (H) si pone in primo luogo tra lo stimolo e il soggetto, in quanto seleziona, filtra e organizza gli stimoli. È il mediatore che a seconda degli obiettivi e delle necessità individua cosa presentare al soggetto e come presentarlo, senza tuttavia sostituirsi ad esso. È soprattutto l’aspetto relazionale che entra in gioco in questa fase, in quanto è l’interazione tra mediatore e individuo che può favorire l’apprendimento e lo sviluppo.
Il ruolo del mediatore non finisce qui secondo Feuerstein. Infatti, il mediatore ha anche la possibilità di porsi tra l’individuo e la risposta, favorendone la modulazione. È infatti fondamentale che il mediatore aiuti il soggetto a fornire la risposta, guidandolo, frenando l’impulsività e favorendone la consapevolezza.
In ultimo, ma non meno importante è necessario che il mediatore fornisca dei feedback rispetto alla risposta data dall’individuo, aiutandolo a riflettere sul processo, su come è arrivato a quella conclusione e sul perché è arrivato a quel risultato.
Esperienza di Apprendimento Mediato
Lo schema S-H-O-H-R rappresenta quella che Feuerstein chiama la Teoria dell’Esperienza di Apprendimento Mediato (E.A.M).
In questa visione, si sottolinea l’importanza del ruolo del mediatore, che con il suo intervento facilita il processo di apprendimento. È il mediatore che deve rendere tale processo adeguato a seconda del singolo individuo, delle sue caratteristiche e peculiarità. Secondo Feurestein, quindi, a parità di condizioni è il mediatore che fa la differenza: due individui potranno modificarsi e cambiare in misura diversa a seconda delle esperienze di mediazione che hanno vissuto.
Bibliografia
Minuto M. e Ravizza R.: “Migliorare i processi di apprendimento” (2008, Erickson, Trento)