Come aiutare i bambini perfezionisti
L’esperienza clinica dimostra un aumento nei casi di bambini perfezionisti, ossia che, nonostante i numerosi successi, non sono soddisfatti della prestazione raggiunta. Questi bambini presentano ricorrenti emozioni negative come senso di colpa, frustrazione e senso di fallimento, che interferiscono in modo significativo nelle attività quotidiane.
Il perfezionismo può essere definito come l’insieme di credenze su ciò che la persona pensa che dovrebbe diventare. (Blatt, 1995). I perfezionisti esigono da se stessi o dagli altri una prestazione di qualità superiore rispetto alla norma.
Tuttavia, non dobbiamo confondere il perfezionismo con il desiderio di migliorare e di fare bene le cose.
I perfezionisti equilibrati stabiliscono standard alti ma ragionevoli e realizzabili, hanno grandi aspettative su se stessi e gli altri, senza essere ostili o estremamente critici. Cercano di sfruttare pienamente il loro potenziale, considerano la sconfitta come un’opportunità di crescita e miglioramento personale.
Quando un bambino arriva a essere ossessionato dal fare tutto in maniera perfetta, siamo di fronte ad una situazione che merita attenzione. Senza dubbio, nella maggior parte delle occasioni può arrivare a provocare ansia,depressione e altre problematiche legate all’insicurezza, all’insoddisfazione e alla frustrazione. Dall’altro lato, la semplice idea di poter incorrere nell’errore produce in questi bambini intenso timore e angoscia.
Non accettano la possibilità dell’errore come fatto naturale, che fa parte del processo di apprendimento. Al contrario, i bambini perfezionisti vivono l’errore personale come qualcosa di assolutamente inaccettabile e insopportabile.
Segnali di allarme
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Impiegano moltissimo tempo per svolgere le attività scolastiche: desiderano ottenere il miglior risultato possibile. Questo costa molta fatica, impegno e un grosso dispiego di energia. Possono perdersi eccessivamente nei dettagli senza riuscire a portare a termine il compito nel tempo utile.
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Sono bambini insicuri: hanno poca fiducia in se stessi e nelle proprie abilità. Temono di incorrere nell’errore, per questo evitano di correre rischi, privilegiano le attività conosciute, che possono essere così tenute sotto controllo. In questo modo, l’esplorazione è in qualche modo bloccata, limitando le possibilità nello sviluppo e nell’apprendimento.
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Sono molto critici con se stessi: la mediocrità non è tollerata, l’eccellenza è l’unica forma di successo contemplata.Sono presenti inoltre continui dubbi sulla propria efficacia e sentimenti di inferiorità. Il bambino è così impegnato in un ciclo infinito di estremi sforzi autodistruttivi, in cui ogni obiettivo costituisce una sfida minacciosa che mette a repentaglio l’intera immagine di sé.
Mostrano rigidità nella routine quotidiana: individuare le regolarità del mondo unitamente al riferimento alle norme costituiscono un importante fattore di stabilizzazione e sicurezza. I comportamenti messi in atto per raggiungere standard elevati vengono valutati secondo il pensiero tutto o nulla.
Come aiutare i bambini perfezionisti
Il perfezionismo è una caratteristica molto apprezzata nella nostra società, ma gli estremi, come sottolineato in precedenza possono causare numerose problematiche. Creare un ambiente familiare in cui sentirsi accolti e amati al di là della prestazione è essenziale per i bambini. Qui diamo alcuni consigli per moderare il perfezionismo nocivo
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Insegnare a concentrarsi sul processo più che sul risultato finale. L’attenzione deve essere rivolta al come fare e non proiettata esclusivamente al conseguimento del risultato finale.
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Genitori come esempio di imperfezione: gli adulti, e in particolare i genitori, costituiscono un modello di comportamento e di pensiero per i bambini. Il modo in cui i genitori reagiscono alle avversità e affrontano gli errori commessi costituisce un modello fondamentale.
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Aspettative: i bambini hanno bisogno di sapere che l’amore dei genitori è incondizionato e che i loro sforzi sono apprezzati indipendentemente dal risultato raggiunto.
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Preparare all’insuccesso: Whiston Churchill affermava che “il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. Condividere con i bambini le opportunità di crescita legate alle esperienze di insuccesso, può costituire un ottimo punto di partenza per l’accettazione degli eventuali sconfitte.
Con il tempo i bambini imparano ad accettare il fallimento e a dare più valore ai successi raggiunti. Passo dopo passo, si apprenderà che non è possibile vincere sempre. Quando sono in grado di ridere e alzarsi dopo una caduta, sono sulla strada giusta per godersi la vita nonostante l’umana imperfezione.