Chi ha rotto il vaso di cristallo? Le regole nell’ADHD
Ossia quali regole dare al bambino con ADHD e come farle rispettare
Uno degli ostacoli con cui prima o poi i genitori e gli insegnanti di bambini con ADHD devono confrontarsi è il rispetto delle regole. Non riuscire a contenere e a gestire il comportamento di un bambino con difficoltà attentive e di iperattività, può essere sicuramente frustrante per qualsiasi adulto, nonché per il bambino stesso che se non adeguatamente supportato, è il primo a pagarne le conseguenze. Proviamo ad immaginare quanto sia difficile per un bambino con ADHD riuscire a rispondere ad ogni richiesta che gli viene fornita dall’ambiente circostante: “non dondolarti sulla sedia”, “finisci i tuoi compiti”, “non disturbare durante la lezione”, “ricordati di sistemare la cartella prima di andare a dormire”.
Ma come gestire tutto questo?
Le regole nell’ADHD
Prima di tutto occorre avere consapevolezza delle fatiche del bambino ed adeguarsi ad esse con nuove modalità di condivisione di norme comportamentali. Ad esempio se il bambino non ha terminato i suoi compiti, è inutile continuare ad urlare, perché il rimprovero non servirebbe a nulla se non a peggiorare la situazione, facendolo chiudere in se stesso. Non serve continuare a ripetere più volte di “non fare” qualcosa, bensì è necessario spiegare il significato di quella regola ed il perché bisogna comportarsi in un modo piuttosto che in un altro, distinguendo i comportamenti giusti da quelli sbagliati e riflettendo sulle conseguenze che questi ultimi avrebbero.
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Bisogna dunque fare molta attenzione alla modalità con cui si impartiscono le regole: queste devono essere esplicitate in maniera chiara, semplice e coerente, e soprattutto ci si deve assicurare che il bambino le abbia comprese. Ci si può aiutare anche con delle immagini o degli ausili visivi in modo da catturare maggiormente l’attenzione del bimbo. Lo scopo è quello di stabilire una routine strutturata a scuola e a casa con i comportamenti da seguire.
Un altro suggerimento è quello di utilizzare degli esempi concreti chiedendo direttamente al bambino perché secondo lui alcune cose non vanno fatte, ad esempio: “perché secondo te bisogna alzare la mano in classe prima di parlare? Quale potrebbe essere la conseguenza se tutti parlassero nello stesso momento?”.
In più è opportuno ricordare che le regole devono essere formulate in positivo e non in forma di divieto (ad esempio “alzarsi dal posto appena suona la campana” e non “è vietato alzarsi dal posto prima del suono della campana”), devono essere delle azioni operative e devono essere poche.
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Infine in presenza di un comportamento inadeguato è consigliabile sostituire la punizione con la perdita di un premio o di un privilegio, proporzionalmente alla gravità dell’azione commessa, ponendo anche in questo caso l’attenzione sulle conseguenze dell’azione e sulle alternative di risposta che in futuro potrebbe avere a disposizione.
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Bibliografia
Arcangeli D. (2020). ADHD – Cosa fare e non. Guida rapida per insegnanti. Erickson