Burnout genitoriale e dintorni: cosa fare?
In un precedente articolo, abbiamo approfondito il tema del burnout genitoriale, ossia quella sindrome che interessa alcuni genitori e che è caratterizzata da un sovraccarico emotivo e fisico, accompagnata dalla percezione di non avere vie di fuga.
Leggi anche: burnout genitoriale parte 1
In particolare possiamo dire che il genitore in burnout si sente totalmente sopraffatto e travolto dal proprio ruolo genitoriale, emotivamente distaccato dal proprio figlio, con un profondo senso di incapacità rispetto all’essere genitore e con un desiderio persistente di fuggire dalla situazione e/o da casa.
Questa condizione ha un severo impatto sulla qualità della vita del genitore e del figlio, pertanto è fondamentale intercettare precocemente le situazioni che richiedano un intervento specialistico. Potendo così chiarire quale sia l’entità del disagio e le strategie di intervento (valutate caso per caso).
Ricordiamo che i campanelli d’allarme che richiedono il rapido intervento dello psicologo sono:
- la sensazione persistente e pervasiva di non farcela
- la fatica a scorgere una possibilità di risoluzione
- la costante sensazione di non essere efficaci come genitori
- la conseguente assunzione di alcolici, stupefacenti, shopping compulsivo, mangiare in modo eccessivo
- in casi estremi, il pensare alla fuga o al suicidio.
In linea generale, però, possiamo condividere alcune strategie da poter utilizzare nella quotidianità di ogni genitore, qualora ci si riconosca in una fase particolarmente critica della propria vita, caratterizzata da forte stress e senso di sovraccarico emotivo e fisico.
La sensazione maggiormente condivisa dai genitori di figli in età scolare è quella di non riuscire a stare al passo, di non riuscire ad adempiere in modo adeguato a tutti gli impegni che sentiamo essere i nostri impegni di genitore.
Ed ecco che l’accompagnare i figli a scuola, andare al lavoro, riprenderli da scuola, portarli a fare i due sport, corso di musica, lezione madrelingua di inglese/russo/cinese, catechismo, scout, monitorare l’andamento scolastico, controllare che abbiano l’abbigliamento adatto per le svariate attività, favorire e sostenere la vita relazionale del figlio scorrazzandolo dagli amici e molto altro e di più….tutto questo diventa qualcosa di estremamente impegnativo a livello fisico ed emotivo.
Cosa fare? Come uscirne?
Innanzitutto provando a pensare se tutte le attività sostenute dai figli (che in qualche modo ci vedono coinvolti da genitori) siano davvero indispensabili e dove sia possibile tagliare.
Non avere un pomeriggio libero da impegni dei figli dovrebbe interrogarci su come siamo arrivati a questo punto.
Ci sembra che nostro figlio abbia bisogno di fare quante più esperienze per essere appagato e felice?
Ci sembra di essere genitori meno attenti e un pò egoisti se non portiamo i figli a tutte le attività sopra citate?
Ci piace avere tanti impegni per stare fuori casa?
Proviamo a darci delle risposte.
Riuscire a crearsi una quotidianità a misura d’uomo (e non di supereroe) è un ottimo punto di partenza per alleviare quel senso di sovraccarico.
Ricordarsi di ritagliarsi momenti di piacere non significa essere egoisti. E’ molto importante fermarsi ad esplorare la propria area del piacere.
Cosa mi piaceva tanto fare prima di diventare genitore, cosa mi da ancora una certa soddisfazione? E sappiamo che il tempo è davvero poco, ma l’importante è riuscire a ritagliarsi durante OGNI giornata un tempo (lungo o breve che sia) in cui dedicarsi a una cosa gradita (guardare un film/una serie, leggere qualche pagina di un libro, cucinare una cosa che ci piace, magiare una cosa ci piace, una routine di cura del proprio corpo, telefonare a un amico/a etc.).
Inoltre provare ad implementare un’attività fatta insieme al figlio, ma che sia gratificante per entrambi (non solo per il figlio), senza dover pensare che questa debba per forza essere un’attività interessate e “di un certo livello”.
Ciò che più conta è la serenità di quei momenti. Anche guardare un programma alla tv sul divano insieme (senza il cellulare magari) diventa un tempo prezioso di benessere per entrambi.
Ricordiamoci anche quanto sia importante la rete di supporto, familiare e/o amicale: sapere di poter contare su qualcuno per le necessità dei figli e con cui condividere gioie e fatiche. E se la rete di supporto è piuttosto limitata o assente, considerare di affidarsi ad un professionista.
Inoltre diventa fondamentale sostenersi nella coppia genitoriale, chiedere aiuto al partner quando il carico è eccessivo esplicitando la necessità di una più equa distribuzione (senza dare per scontato che certi compiti debbano essere ad appannaggio della madre). Per arrivare a ciò spesso si passa attraverso una crisi di coppia, ma sappiamo che le crisi in quanto momenti di rottura di un equilibrio non più funzionale, hanno un gran potere generativo. Da esse spesso nascono nuove ed interessanti soluzioni.
Prenota una visita al Centro Ieled
Se volete avere maggiori informazioni o prenotare una visita in una selle nostre sedi cliccate qui per andare alla pagina dei Contatti
- Milano: Via Donati, 12 tel. 02 30453340
- Meda: Viale Francia , 15 tel 0362 1804160
- Rho: Via Crocifisso, 24 tel 02 30453345
- Pavia: Via Riviera, 12 tel 0382 1891060