Burnout genitoriale: che cos’è e come uscirne
Essere genitori è un continuo mettersi alla prova, porsi in discussione, uscire dalla propria comfort zone. Spesso si sente dire che fare il genitore è il lavoro più difficile in assoluto; essere mamma e papà comporta infatti un carico di impegni davvero enorme. Insomma, sono anche loro aIn poche parole, esiste il rischio di burnout genitoriale.
Recenti studi e ricerche evidenziano come negli ultimi anni, anche a causa del lockdown e della situazione di emergenza sanitaria, i livelli di stress, ansia e depressione nei genitori sono cresciuti in maniera significativa. Questo fenomeno, che viene chiamato burnout genitoriale, può essere definito come un vero e proprio corto circuito che interessa le mamme e i papà e che, a livello psicologico, può avere conseguenze importanti.
Che cos’è il burnout genitoriale?
Con il termine burnout genitoriale si intende una sindrome da esaurimento, caratterizzata dal sentirsi sopraffatti fisicamente e mentalmente, riscontrabile nei genitori. E’una condizione di stress che si configura con manifestazioni su tre dimensioni:
- esaurimento emotivo: incapacità di connettersi emotivamente a sé stessi e al proprio bambino;
- distanziamento emotivo: atteggiamento distaccato e disinteressato verso il proprio bambino e nell’interazione con lui;
- mancanza di fiducia nella propria capacità di essere dei buoni genitori che genera un senso di inefficacia.
Quali sono le cause del burnout genitoriale?
All’origine del burnout genitoriale c’è una situazione di forte stress, una condizione mentale labile e fragile, che fa sentire i genitori oppressi e li spinge ad allontanarsi dai figli.
In questi anni a peggiorare la situazione ha contribuito l’emergenza sanitaria.
Questa sindrome si verifica quando lo stress quotidiano del lavoro, del matrimonio e del crescere i figli aumenta a tal punto che i genitori iniziano a sentire di non farcela in tutte e tre le aree.
Quali sono i sintomi?
I genitori vittime della sindrome da burnout si sentono esausti, non amano più trascorrere il tempo in compagnia dei propri figli, si percepiscono facilmente irritabili e si infastidiscono per ragioni che non conoscono. Anche le attività più semplici, come ad esempio passeggiare al parco, lasciano una sensazione di affaticamento e esaurimento. Mentre sono emotivamente e fisicamente scaricati, però, il loro cervello lavora freneticamente e attivamente, è un continuo pensare e ripensare su come si stanno facendo le cose e come le si potrebbe fare in maniera migliore. Questa modalità rende complesso entrare in contatto in maniera spontanea con un figlio, perché tutto quello che riguarda l’interazione con lui viene analizzato attentamente.
Crescere dei figli oggi è, per diversi motivi, molto più difficile e impegnativo del passato. Il burnout genitoriale è direttamente correlato a questo ed oggi è molto diffuso tra le mamme e i papà.
Alcuni segnali che possono essere considerati come campanelli di allarme e che sono utili a riconoscere di essere in una situazione di stress genitoriale sono:
- sensazione di perdita di energie sufficienti per svolgere i compiti quotidiani;
- difficoltà ad addormentarsi e sonno disturbato (con continui risvegli notturni o insonnia);
- difficoltà a entrare in contatto emotivo con i figli;
- facile irritabilità;
- iper-allerta e preoccupazioni costanti ed eccessive,
- tendenza a rimuginare continuamente con pensieri negativi;
- sensazione di non essere un bravo genitore;
- senso di colpa;
- mal di testa/emicrania;
- perdita del piacere nel fare i genitori;
- perdita di produttività (senso di inefficienza nello svolgimento delle normali attività);
Come prevenire il burnout genitoriale?
Alcune strategie e piccoli accorgimenti che i genitori possono attuare fra le mura domestiche per prevenire o uscire da una condizione di burnout genitoriale sono:
- la consapevolezza di come stiamo: è importantissimo rendersi conto di essere eccessivamente sotto stress. La consapevolezza può aiutare a fermarsi prima che la situazione peggiori;
- migliorare l’organizzazione familiare: nella costruzione delle routine giornaliera è fondamentale la cooperazione con l’altro genitore, la capacità di delegare e la flessibilità.
- ricercare i fattori di stress: è importante riflettere sulle proprie routine per individuare i punti e le situazioni che contribuiscono a generare livelli eccessivi di stress;
- prendersi cura di Sé: un genitore non smette di essere una persona solo in virtù del suo ruolo: ritagliarsi ogni giorno dei piccoli momenti per svolgere delle attività dedicate alla cura della propria persona è molto importante. Questo non fa di lui né un cattivo genitore né un genitore egoista, anzi, a cascata, può produrre dei benefici anche nella relazione con i figli.
- dare priorità ai bisogni del proprio corpo: spesso mamma e papà, sopraffatti dalle loro responsabilità a casa e al lavoro, dimenticano e ignorano i propri bisogni fondamentali. Prestare attenzione ai bisogni fisici di base può impedire che un brutto momento degeneri in una crisi o in una situazione di malessere;
- non scivolare nel senso di colpa per il proprio affaticamento;
- essere esausti o “distrutti” non è sinonimo di persona laboriosa: gli esperti di genitorialità sostengono che star bene e sentirsi soddisfatti non sono in contrasto con impegno ed efficienza genitoriale.
- rompere il ciclo dell’autocritica: quando i genitori si impegnano costantemente per la produttività e il perfezionismo, il loro monologo interiore può diventare un flusso costante di autocritica. Quest’ultima viene identificata come un indicatore chiave del burnout genitoriale. Diventa allora importante interrompere questo circolo vizioso. Se il desiderio di essere un genitore perfetto sta esaurendo il genitore, è bene pensare e arrivare alla consapevolezza che la perfezione non è tutto quello che dovrebbe raggiungere un genitore e ricordarsi che non serve essere supergenitori. Pretendere troppo da se stessi non aiuta, per cui bando al perfezionismo. L’importante è essere genitori “sufficientemente buoni“.
- stare in compagnia di amici: poiché spesso il burnout dei genitori è caratterizzato da isolamento; entrare in relazione con le persone può fare uscire dal ciclo continuo della produttività e del perfezionismo. Inoltre il semplice fatto di sapere di non essere soli può aiutare a ottenere conforto.
- Saper dire di no e saper chiedere aiuto: quanto si è in sovraccarico psicofisico è indispensabile saper dire di no e saper chiedere aiuto a parenti o amici in caso di necessità. Se si percepisce di non riuscire ad uscire dalla situazione di stress o se si prende consapevolezza che la situazione con il tempo peggiora diventa importante chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta esperto di genitorialità, perché le conseguenze altrimenti possono essere significative sia per la relazione con i vostri figli sia per quanto riguarda la vostra salute emotiva.
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