Bilinguismo e difficoltà di linguaggio: falsi miti
Il bilinguismo può compromettere lo sviluppo del linguaggio del bambino?
Il bilinguismo NON è un disturbo clinico, ma è la capacità di comprendere, utilizzare e padroneggiare due o più lingue e non è assolutamente né una causa né un fattore di rischio per un disturbo del linguaggio o della comunicazione.
La letteratura scientifica ci dice che il bilinguismo non determina un disturbo del linguaggio, ma ovviamente anche i bambini bilingui possono avere un ritardo o disturbo del linguaggio e, in questo caso, alcune false credenze tendono a prendere il sopravvento, creando molta confusione nei genitori.
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Caratteristiche generali del bilinguismo
È importante innanzitutto fare una premessa: il bilinguismo è un fenomeno molto eterogeneo e questa eterogeneità può essere descritta secondo più variabili. Alcune di queste sono:
Bisogna differenziare i bambini esposti fin dalla nascita a più di una lingua (bilinguismo simultaneo), da quelli che entrano a contatto con la seconda lingua dopo i primi 2-3 anni di vita (bilinguismo sequenziale). Per questi ultimi, in particolare, è fondamentale tenere sempre presente che la quantità e la qualità dell’esposizione alla L2 (seconda lingua) gioca un ruolo importantissimo nella competenza finale del bambino.
- Contesto di apprendimento:
Si parla di bilinguismo familiare se le due lingue vengono parlate in famiglia. Quindi le lingue saranno principalmente legate al contesto di utilizzo di vita quotidiana. Si parla di bilinguismo scolastico nel momento in cui la lingua madre è parlata in famiglia, mentre la L2 viene appresa a scuola. In questo caso i contesti di utilizzo saranno differenti.
- Livello di competenza:
I livelli di competenza nelle due lingue possono essere simili (bilinguismo bilanciato) oppure le competenze linguistiche possono essere maggiori in una lingua rispetto all’altra (bilinguismo dominante).
I falsi miti del bilinguismo
Fatte le dovute premesse, ecco i principali FALSI MITI che ruotano attorno al bambino bilingue e le difficoltà di linguaggio.
#1 Esporre il bambino a due o più lingue può creare confusione:
No, tutti i bambini sono in grado di imparare più lingue, compresi anche bambini con un ritardo o un disturbo del linguaggio e dell’apprendimento. Inoltre, è stato dimostrato che il bilinguismo è un fenomeno vantaggioso da un punto di vista cognitivo, sociale, lavorativo e relazionale.
#2 È preferibile usare anche in famiglia la lingua usata a scuola:
No, eliminare la lingua non comunitaria comporta il fatto che gli stessi genitori siano “obbligati” a parlare al bambino solo nella lingua parlata nella comunità (nel nostro caso l’italiano). Questo va bene se anche i genitori sono effettivamente bilingue e competenti. Cosa accade però nelle famiglie in cui uno o entrambi i genitori sanno ancora parlare poco o male l’italiano? In questo caso, la comunicazione smette di essere spontanea, significativa ed efficace, e si trasforma in un mero esercizio in cui ci si preoccupa più della forma che del contenuto del messaggio. Senza considerare che il modello che può fornire un genitore parlando una lingua in cui è poco competente, è un modello spesso scorretto, con un lessico povero e con possibili errori grammaticali.
#3 Il bilinguismo causa un ritardo del linguaggio:
NO! Non esiste in letteratura scientifica alcuno studio che dimostri che esporre il bambino a due lingue causi o peggiori un ritardo/disturbo di linguaggio.
Il disturbo del linguaggio fa parte dei disturbi del neurosviluppo ed è una condizione che inficia lo sviluppo linguistico del bambino a partire da una predisposizione genetica, che può essere poi aggravata da modalità di interazione e comunicazione disfunzionali.
Se il bambino è ben esposto e stimolato al linguaggio in entrambe le lingue, raggiunge con gli stessi tempi e allo stesso modo le stesse tappe di sviluppo dei bambini monolingui.
Se queste tappe compaiono con un ritardo clinicamente significativo o non compaiono affatto, questo rallentamento non è legato all’uso di una doppia lingua, ma è la manifestazione di una difficoltà specifica nell’acquisizione del linguaggio,
#4 Se il bambino “mischia” le due lingue sta sviluppando un disturbo del linguaggio:
Si parla di “code-mixing” e “code-switching”, fenomeni linguistici che contraddistinguono il comportamento linguistico del bilingue e che sono del tutto normali e NON devono essere interpretati come una manifestazione patologica. Anzi, queste abilità rappresentano una strategia comunicativa estremamente positiva e indicano una buona flessibilità cognitiva: il bambino per colmare le lacune in una lingua sceglie di utilizzare quella per lui più spontanea o predominante. Inoltre, spesso alcune espressioni linguistiche fanno parte di una lingua e non trovano il loro equivalente nell’altra. Questo comportamento linguistico tende spontaneamente a ridursi nel tempo, parallelamente al crescere delle competenze anche nella lingua secondaria.
Spero l’articolo sia stato utile e rimanete aggiornati per scoprire alcuni consigli su come gestire il bilinguismo con il vostro bambino!
Bibliografia
Genesee F., Paradis J., & Crago M. Dual language development and disorders: A handbook on bilingualism and second language learning. Baltimore, MD: Brookes, 2004.
Paradis Johanne (2007) Bilingual children with specific language impairment: Theoretical and applied issues. Applied Psycholinguistics, 28(3), 551-564.
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