5 consigli per aiutare i bambini con bassa autostima
Poniamoci innanzitutto questa domanda: come si riconoscono i bambini con bassa autostima? Quali sono i segnali di allarme che si possono riscontrare? E come possiamo aiutarli?
I segnali dall’allarme per la bassa autostima
Ecco qui di seguito alcuni aspetti che possono caratterizzare i bambini con bassa autostima:
- bambini che non si piacciono
- bambini che pensano di avere “qualcosa che non va”
- bambini che permettono agli altri di trattarli male
- bambini che non accettano premi o complimenti perché non si sentono degni
- bambini che si comportano da bulli con gli altri perché sentono di non valere nulla
- bambini che pensano di non valere abbastanza, perché bullizzati
- bambini che si isolano e non cercano amici, in quanto pensano che a nessuno interessi di diventare loro amico
Tutti gli atteggiamenti, i comportamenti ed i pensieri sopradescritti hanno un unico denominatore comune: la convinzione di non avere valore in quanto persona e, in questo caso, in quanto bambino.
L’obiettivo principale quando si lavora sulla bassa autostima è far riscoprire il valore che ogni bambino possiede, aiutandolo a modificare il proprio punto di vista e la percezione che ha di sé stesso, attraverso esperienze positive per lui.
La relazione terapeutica è fondamentale: il terapista infatti deve avere un atteggiamento accogliente e comprensivo rispetto al vissuto che il bambino porta nella stanza di terapia, affinché si possa creare una relazione empatica e di fiducia, tale per cui il bambino possa esprimere liberamente le proprie emozioni e il proprio stato d’animo attraverso il linguaggio a lui più congeniale: il gioco.
Il gioco, infatti, è la modalità espressiva più naturale per i bambini: mettere in scena una storia con l’ausilio di marionette, ad esempio, consente loro di far emergere i propri pensieri e le proprie emozioni in un contesto protetto, che presuppone il “far finta di”. In questo scenario, ogni cosa è possibile purché si mantenga un contesto di gioco che, come tale, deve avere una propria logica, deve essere inserito in un tempo ed in uno spazio ben preciso e deve essere accompagnato da divertimento e piacere. Infine non esiste gioco se è, da un punto di vista psicologico, troppo vicino o troppo lontano dalla realtà.
Tutelate e rispettate queste regole, il bambino può sentirsi libero di esprimere attraverso i personaggi alcune dinamiche vissute in situazioni reali; ciò è importante perché, attraverso il gioco, può individuare comportamenti e atteggiamenti più funzionali grazie a cui può far fronte ai contesti-problema che riscontra nel quotidiano, rielaborando i propri vissuti anche grazie all’aiuto della terapista.
Il disegno può essere un altro strumento utile in questi casi, poiché costituisce un linguaggio immediato, spontaneo, creativo e un mezzo di elaborazione per il bambino.
Compito del terapista sarà poi quello di creare una “consapevolezza emotiva” nel bambino, che lo aiuti a riconoscere e distinguere le emozioni da lui provate e la causa scatenante di esse, al fine di poter individuare delle strategie utili e funzionali per controllarle e gestirle.
5 consigli per aiutare i bambini con bassa autostima
Ecco allora 5 accorgimenti da applicare a casa, per aiutare i vostri bambini a non ledere la loro autostima:
- Non criticare il bambino in quanto persona (es. “sei un distastro!”) ma il suo comportamento (es. “non è stato bello ciò che hai fatto”)
- Accogliere ed aiutare il piccolo ad identificare l’emozione che ha provato, riconoscendola (es. “ho capito che sei arrabbiato, però picchiare non è una soluzione”)
- Aiutare il bambino a riflettere sul comportamento più adeguato, a fronte di un errore che ha commesso (es. “anziché picchiare Marco, cosa avresti potuto fare per risolvere la situazione e non fare del male a qualcuno?”)
- Dare spazio ai desideri del bambino, mostrandosi empatici (“Ho capito che desideri tanto quel gioco, ma non lo possiamo prendere ora perché hai già speso la mancia di questa settimana in un altro modo; per cui potrai farlo la prossima volta)
- Relazionarsi al bambino anche attraverso un contatto fisico positivo: infatti numerose ricerche hanno dimostrato che se il bambino viene “toccato” in modo tenero ed affettuoso è più facile che sviluppi un rapporto armonioso col proprio corpo, attribuendogli il giusto valore.
Infine, entrare in relazione con una persona che ci voglia bene in modo incondizionato, resta forse la “medicina” più efficace: senza una “relazione sicura”, infatti, un bambino non può percepire sé stesso come speciale e dotato di valore.
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Approfondisci nel Blog: “Autostima nei Bambini |Podcast puntata 05“