Bambini e Coronavirus: come possiamo parlarne?
Molti genitori si interrogano su come parlare ai propri bambini della recente pandemia da Coronavirus, ecco una infografica che abbiamo creato sul tema “bambini e coronavirus”.
Le notizie relative al coronavirus sono ovunque, nei telegiornali, sulle prime pagine dei giornali e soprattutto nelle vostre conversazioni. I genitori dovrebbero essere pronti a rispondere alle domande sul coronavirus dei loro figli ma se i bambini non sembrano interessati o non fanno domande, è del tutto normale.
Molti genitori si chiedono come parlare ai propri figli dell’epidemia in modo che siano calmi e non si preoccupino più. Ecco alcune indicazioni che potete tenere in considerazione
Sono sempre di più i genitori che ci chiamano per sapere come parlare ai bambini del Coronavirus, ecco alcuni consigli per i genitori!
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Iniziate scoprendo cosa sa vostro figlio sul Coronavirus
Potete iniziare la conversazione con delle semplici domande per capire quali sono le informazioni che vostro figlio ha sul Coronavirus. In questo modo, a partire proprio da ciò che il bambino già conosce, potrete aiutarlo a comprendere ciò che sta accadendo. Le informazioni molto spesso circolano tra i bambini in modo frammentato; il risultato può essere un senso di incertezza che alimenterà emozioni quali ansie e paura. Quando i bambini non hanno sufficienti informazioni per farsi un’idea completa di una data situazione, tendono a trarre le notizie mancanti dalla loro fantasia, per questo è necessario informarsi e informare i propri figli in modo adeguato.
Non abbiate paura di parlare in modo autentico e sincero
Mentire ai bambini non è ciò che può proteggerli. Tutti noi vorremmo poter evitare ai nostri figli le notizie che possono causare preoccupazione, ansia e tristezza. Ma questo non è possibile e nemmeno raccomandabile perché la realtà non è sempre rosea e nella vita di tutti noi sono presenti momenti difficili. I bambini dovrebbero imparare che le difficoltà esistono, possono essere affrontate e soprattutto che si può parlare con mamma e papà di ciò che non va. In base all’età del bambino, potete trovare il canale di comunicazione più adatto che vi permetta di raccontare ciò che sta accadendo in modo semplice e chiaro.
I vostri occhi parlano, non negate le vostre emozioni
“Non posso farmi vedere triste, mio figlio non deve vedermi cosi”. Sono tantissimi i genitori convinti di dover nascondere le proprie emozioni (per lo meno quelle negative) ai figli. L’intento è sicuramente benevolo, ma non viviamo certo in un mondo sempre felice e sereno. E cosa ancora più importante: i vostri occhi parlano più delle vostre parole. Immaginate di essere in volo e una hostess con il volto terrorizzato e gli occhi pieni di paura dice che sta andando tutto bene, come vi sentireste? Sareste molto probabilmente spaventati e confusi; esattamente allo stesso modo si sentono i bambini quando dite che va tutto bene ma in realtà siete tristi, preoccupati o arrabbiati. Ammettere le nostre emozioni (paura inclusa), permette al bambino di non sentirsi smarrito e comprendere che ciò che sta percependo con le sue “antenne” corrisponde alla realtà. Allo stesso tempo, dobbiamo dimostrare che siamo sempre al loro fianco per guidarli o orientarli. Possiamo avere paura ma possiamo anche insegnare ai bambini che la paura, come del resto tutte le emozioni, può essere gestita.
Ditegli che gli adulti stanno lavorando per proteggerlo
L’epidemia in atto è una situazione in costante evoluzione così come lo sono i provvedimenti e le misure di sicurezza adottate. Può capitare di andare al parchetto come se nulla fosse e il giorno dopo, trovare cartelli che indicano il divieto di accesso. In questo scenario così mutevole, i bambini hanno bisogno di essere rassicurati e di sapere il senso di questi cambiamenti. I bambini, in questo senso, devono sapere che ci sono molto adulti che stanno lavorando affinché il Coronavirus non si diffonda.
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I nostri professionisti possono fornire ai genitori un valido aiuto per gestire ansie e preoccupazioni legate all’emergenza in atto.