Bambini al ristorante: 3 consigli per passare una buona serata
Mi ha recentemente intervistato il Corriere della Sera per chiedermi un parere sulla vicenda della pizzeria di Sondrio e chiedermi alcuni consigli per gestire i bambini al ristorante; ne approfitto per scrivere un articolo al riguardo.
Premetto che andare al ristorante con i figli può essere molto complicato, tra tempi di attesa lunghi, bottiglie rovesciate sul tavolo, capricci, eccetera quello che dovrebbe essere un momento di socialità e divertimento può trasformarsi in un incubo.
Come possiamo fare per godere noi (e i nostri figli) una serata piacevole in pizzeria?
La parola d’ordine in questi casi è pianificazione; come disse Abramo Llincoln, “datemi 6 ore per abbattere un albero e passerò le prima 4 ore ad affilare l’ascia”.
Affiliamo la nostra ascia!
Preparare il bambino
Quando parliamo di bambini al ristorante, è importante avere in mente il concetto di “script”. In psicologia, lo script è la conoscenza generale di eventi che si ripetono; ad esempio, lo script della “festa di compleanno” è noto a tutti i bambini: si arriva con il regalo, si gioca (e il festeggiato è ovviamente l’ospite d’onore), si spengono le candeline, si mangia la torta e si torna a casa. A furia di andare a feste di compleanno, il bambino interiorizza lo script e sa quello che succederà ad una festa di compleanno. Certo, ci saranno delle differenze tra festa e festa, ma lo schema di base (lo script, appunto) rimane uguale.
Allo stesso modo, prima di andare al ristorante è utile ribadire lo script “cena al ristorante”, spiegando ai bambini quello che succederà: arriviamo al ristorante, aspettiamo qualche minuto, arriva il cameriere a prendere gli ordini, aspettiamo che arrivi il cibo, mangiamo, aspettiamo il caffè, chiediamo il conto, aspettiamo che arrivi, paghiamo e ce ne andiamo.
Certamente, un bambino sa, più o meno, quello che succede al ristorante, ma è bene ribadirlo prima della cena per rendere molto presente lo script nel bambino. Dopotutto, la cosa più importante per un bambino (ma anche per un adulto) è la prevedibilità, e sottolineare lo script aiuta proprio ad aumentare la capacità predittiva del piccolo.
Preparare le attività
Leggendo lo script del ristorante poco sopra, la parola che più ricorre è “aspettare”. Al ristorante si aspetta, e aspettare non è mai piacevole; non lo è per un adulto, figuriamoci per un bambino. Quando parliamo di bambini al ristorante, dobbiamo tenere in mente che un bambino ha una capacità di tollerare la frustrazione molto inferiore a quella di un adulto, non possiamo quindi pensare di gestire l’attesa solamente attraverso punizioni, divieti o blandi richieste di “comportarsi bene”. Dobbiamo preparare il campo.
Carta, matite, pennarelli sono un primo passo per tenere occupati i bambini durante i tempi di attesa, sono facilmente trasportabili e possono essere usati sul tavolo del ristorante senza troppi intoppi. I giochi di carte sono un altro ottimo strumento: tra Pokemon, figurine dei calciatori o le vecchie carte da gioco, i bambini possono passare un bel po’ di tempo tra un’ordinazione e l’altra.
E usare lo smartphone? Beh, in generale il telefonino deve essere usato “cum grano salis” e con confini ben definiti, il rischio di usarlo al ristorante è avere poi problemi nel momento in cui lo si deve togliere al bambino quando arriva la pizza.
Preparare lo stomaco
Se già l’attesa è di per sé frustrante, arrivare con il “buco nello stomaco” può aumentare ancora di più il disagio nei bambini (e di conseguenza nell’adulto). Prima di andare al ristorante, è fondamentale non far arrivare il bambino a stomaco vuoto. Potete dare al pargolo una carota, una banana, un po’ di arachidi, qualcosa insomma che possa preparare anche il suo corpo all’esperienza del ristorante. Meglio non dare merendine o altri cibi confezionati, perché il rischio è che lo sbalzo glicemico degli zuccheri porti il bambino a essere ancora più nervoso proprio quando arrivare al ristorante.
In conclusione, quando parliamo di bambini al ristorante, dobbiamo tenere in mente che i nostri figli sono diversi da noi e che sta a noi preparare il terreno in modo che tutti possano vivere l’esperienza della cena fuori come qualcosa di divertente e piacevole.