Ascolta! Anomalie nel processamento uditivo alla base della dislessia
Le persone affette da dislessia spesso lottano con la capacità di decodificare e identificare con precisione quello che leggono. Sebbene una distorta elaborazione dei suoni del parlato sia implicata nella patologia sottostante dislessia, la base di questa disregolazione (e come questa interferisca con la comprensione della lettura), non è stata completamente spiegata. Ora, una nuova ricerca pubblicata da Cell Press nel numero del 22 dicembre della rivista Neuron ritiene che una anomalia specifica nel processamento dei segnali uditivi sia la causa dei principali sintomi della dislessia.
“E ‘ampiamente riconosciuto che per la maggior parte dei bambini dislessici, la causa principale del disturbo è legata ad un deficit nel processamento dei suoni del linguaggio“, spiegano gli autori dello studio, Anne-Lise Giraud e Franck Ramus dalla Ecole Normale Supérieure di Parigi , in Francia. “E’ anche noto che ci sono tre sintomi principali di questo deficit: difficoltà nel prestare attenzione al suono delle parole singole, una limitata capacità di ripetere una lista di non-parole o numeri, e un rallentamento delle prestazioni quando viene richiesto di nominare una serie di immagini, colori , o numeri il più rapidamente possibile. Tuttavia, la base sottostante di questi sintomi non è stata chiarita.”
Giraud e colleghi hanno cercato di capire se un’anomalia nelle fasi iniziali di elaborazione uditiva nel cervello, chiamata “campionamento”, (“sampling”, in inglese) fosse collegata con la dislessia, concentrandosi sull’idea che un’anomalia nel processamento iniziale dei fonemi, le più piccole unità di suono che possono essere utilizzate per creare una parola, potrebbe avere un impatto diretto sul processamento finale del linguaggio.
I ricercatori hanno scoperto che l’elaborazione tipica del cervello dei ritmi uditivi associati ai fonemi è “bloccata” nella corteccia uditiva sinistra dei dislessici e che questo deficit è correlato con l’elaborazione del suono del linguaggio parlato. Inoltre, i dislessici mostrano una risposta migliore ai ritmi ad alta frequenza, ritmi che indirettamente interferiscono con la memoria verbale. E’ possibile che questo “oversampling” possa comportare una distorsione della rappresentazione dei suoni del linguaggio parlato.
“I nostri risultati suggeriscono che la corteccia uditiva sinistra delle persone dislessiche può essere meno sensibile alle modulazioni di frequenze molto specifiche che sono necessarie per l’analisi dei suoni del linguaggio parlato e che la corteccia sia inoltre eccessivamente sensibile alle frequenze più alte, che risultano essere potenzialmente dannose per la memoria verbale a breve termine dei soggetti dislessici” conclude la dott.ssa Giraud. “Nel loro insieme, i nostri dati suggeriscono che la corteccia uditiva degli individui dislessici è meno configurata per le esigenze specifiche di elaborazione del linguaggio parlato.”
Considerazioni interessanti per il trattamento della dislessia, sarebbe da capire in che modo questa elaborazione uditiva si declina in italiano.
dott. Davide Nahum
Responsabile clinico Ieled