Articolo sport e disabilità
Oggigiorno come introdotto negli articoli precedenti, lo sport è un’attività che ci accomuna tutti, dai più grandi ai più piccoli, è un’attività di svago, di piacere in grado di apportare benefici non solo a livello fisico, ma anche psicologico.
Troppo spesso si sente discutere in giro di diversità e pregiudizi in ambito sportivo nei confronti di persone con disabilità, ed è proprio questa la tipologia di ostacolo che potrebbe intromettersi nel loro percorso di vita.
Nel corso degli anni ho sempre considerato la pratica sportiva come una modalità per conoscersi, mettersi in gioco, confrontarsi, aumentare la propria autostima, ed è stata questa concezione a spingermi nel cercare di raccogliere informazioni riguardo a cosa potesse suscitare la possibilità di inclusione sportiva nelle persone diversamente abili, affetti ad esempio dalla Sindrome di Down attualmente la più comune tra le cromosopatie.
Molte tra le persone che presentano alcune difficoltà concepiscono lo sport come un’occasione, una motivazione in più per acquisire consapevolezza e sicurezza in sé stessi, per raggiungere poi la realizzazione personale.
Così, al fine di donare maggiore rilevanza e fiducia, ma inoltre con l’obiettivo di trasmettere quanto sia fondamentale veramente per tutti il coinvolgimento sportivo, vorrei condividere con voi l’esperienza di un’associazione genovese, il Bic, che si occupa dell’avvicinamento dei ragazzi con disabilità all’attività fisica e allo sport di squadra.
Come riportato dagli allenatori: “ lo sport è il mezzo di comunicazione più efficace per ritrovare fiducia in sé stessi e la voglia di iniziare una nuova vita”.
Questa associazione offre diverse attività fisiche: dal calcio, al basket, al minibasket e ha come obiettivo la promozione dell’inclusione, dell’integrazione e della socialità attraverso lo sport.
Vorrei inoltre, condividere con voi il fatto che ho l’onore di conoscere molto bene una delle principali giocatrici della prima squadra di calcio femminile in Italia con disabilità.
Chiara è una ragazza super sportiva con la Sindrome di Down e devo ammettere che il lei rivedo una forza, una grinta e voglia di praticare sport che è incredibile e contagiosa.
Come lei mi ha spiegato diverse volte, adora i pomeriggi e i weekend che trascorre con la sua squadra che è composta oltre che dai suoi compagni di gioco, dai suoi migliori amici.
Lei afferma: “lo sport è importantissimo secondo me per mantenersi in forma, incontrare nuovi amici e dimenticare le giornate storte, è un modo bellissimo per passare il tempo. Con lo sport mi sento libera!”.
Accogliendo il rilevante messaggio trasmesso da Chiara, partendo dal presupposto che ognuno di noi è diverso dall’altro e disabilità non è sinonimo di incapacità, è possibile giungere alla conclusione che con la volontà tutti possiamo diventare abili in un determinato sport e la modalità che ho io di apprendere, magari è diversa dalla modalità di apprendimento di un’altra persona, basta trovare il mezzo che più ci appartiene e non farci sconfortare dalle difficoltà che all’inizio possiamo incontrare, ma bensì trasformare quest’ultime in motivazioni per raggiungere sempre di più la realizzazione di noi stessi.