Alla scoperta della sensorialità: cosa significa percepire gli stimoli sensoriali amplificati o ridotti?
La modulazione degli input sensoriali è un processo fondamentale dell’attività cerebrale: il cervello incrementa o riduce l’attività neurale per armonizzarla a tutte le altre funzioni del sistema nervoso. Le funzioni del cervello devono essere tutte in armonia fra loro per produrre risposte adattative efficaci.
Immaginate di paragonare il processo di modulazione sensoriale ai tasti che vi permettono di regolare il volume della musica: se vi trovate in un ambiente rumoroso avrete necessità di alzare il volume, invece nella quiete della vostra stanza di notte lo abbassereste. Analogamente, il cervello può amplificare o ridurre il volume delle sensazioni provenienti da tutti i sistemi sensoriali attraverso processi di facilitazione o inibizione: si tratta di meccanismi neurali che, rispettivamente, stimolano o riducono la conduzione degli impulsi.
Se i volumi delle differenti percezioni sensoriali non sono in equilibrio, si genera disorganizzazione e le informazioni provenienti dai recettori non possono più essere usate per rispondere in maniera adattiva alle richieste ambientali.
Ad esempio, ciascuno di voi si sarà reso conto che, quando avete necessità di concentrarvi per parcheggiare l’auto, il cervello automaticamente amplifica la vostra attenzione agli stimoli visivi e alla valutazione delle distanze, riducendo la sensibilità al suono della radio o al dialogo con i passeggeri. Immaginate la difficoltà di eseguire correttamente il parcheggio se, invece, il vostro cervello avesse enfatizzato il volume della musica o del discorso fino a sovrastare le informazioni visive e sonore provenienti dalla strada!
Quindi come percepisce gli stimoli chi ha difficoltà nella modulazione sensoriale?
Come descritto precedentemente, una persona con difficoltà nella modulazione sensoriale, ha difficoltà a regolare il volume degli input sensoriali; è una caratteristica cerebrale che dipende dalla soglia neurologica.
Pensate agli stimoli che provengono dall’ambiente come a un liquido che si deposita in un contenitore cilindrico e immaginate la soglia neurologica come un sensore che ha la funzione di avvertire il cervello delle afferenze sensoriali in arrivo: il sensore può essere posizionato più o meno in alto nel cilindro; se si trova in basso si attiverà al minimo ingresso di liquidi, mentre se è posizionato in alto saranno necessari molti liquidi, ovvero stimoli, per attivarlo.
Quindi, se la soglia neurologica è alta, significa che è necessaria molta afferenza per attivare il canale sensoriale: ci sarà quindi una scarsa registrazione degli input che determina una ipo-reattività.
Viceversa, se la soglia è bassa, significa che anche una minima afferenza attiva il canale sensoriale: ci sarà quindi un’aumentata sensibilità agli stimoli che determina una iper-reattività.
Perciò, una persona con difficoltà di modulazione sensoriale, potrà percepire gli stimoli sensoriali come amplificati, ossia iper-reattività, o ridotti, ossia ipo-reattività, a seconda delle proprie caratteristiche neurologiche!
Quali sono le conseguenze di ipo e iper-reattività sul comportamento?
Avere difficoltà nella modulazione sensoriale incide in maniera significativa sulla possibilità di adattamento all’ambiente: il disequilibrio generato dalla percezione amplificata o ridotta degli stimoli comporta una disorganizzazione delle informazioni provenienti dall’ambiente e ciò può determinare una risposta comportamentale del soggetto.
Se il vostro bambino ha caratteristiche di iper-reattività potreste osservare comportamenti di evitamento sensoriale: poiché il bambino sperimenta facilmente una reazione amplificata agli stimoli, sviluppa strategie attive di evitamento di alcuni stimoli sensoriali. Ad esempio, se presenta un’iper-reattività uditiva, percepirà in maniera amplificata i suoni e, pertanto, potrebbe prediligere ambienti silenziosi o utilizzare strategie di evitamento quali tapparsi le orecchie in contesti rumorosi.
Invece, se il vostro bambino ha un’ipo-reattività potrebbe avere comportamenti di ricerca sensoriale: poiché il bambino è poco responsivo, ha bisogno di molti input sensoriali e potrebbe attivare delle strategie comportamentali che gli consentano di crearsi esperienze sensoriali sufficientemente intense da risultare per lui significative. Ad esempio, se presenta una ipo-reattività vestibolare, avrà bisogno di forti sensazioni motorie e, pertanto, potrebbe ricercare intenzionalmente attività stimolanti quali rotazioni, disequilibri o oscillazioni anche molto intense.
E cosa accade se troppe sensazioni arrivano tutte insieme al cervello?
Avere buone capacità di modulazione sensoriale significa anche essere in grado di abbassare il volume di alcune sensazioni che in quel momento non sono importanti per relazionarsi in maniera adattiva con l’ambiente. Ad esempio, immaginate di trovarvi al centro commerciale per acquistare un paio di scarpe: il vostro cervello filtrerà le numerose afferenze sensoriali permettendovi di dedicarvi alla scelta delle calzature e al dialogo con chi vi accompagna. Tuttavia, una persona con difficoltà nella modulazione sensoriale, pur non percependo gli stimoli come amplificati né ridotti, potrebbe sentirli tutti insieme allo stesso volume: il suono della musica, le voci di sottofondo, le luci intermittenti delle vetrine, la sensazione tattile della maglietta sul corpo, il disequilibrio delle scale mobili, il sapore dolce della caramella, l’odore proveniente dal negozio di profumi…
Se tutte queste afferenze sensoriali non vengono filtrate e modulate dal cervello, può verificarsi un sovraccarico sensoriale: le sensazioni arrivano come un bombardamento sensoriale continuo e il soggetto può esserne sopraffatto.
Immaginate un vaso che man mano si riempie di stimoli, accumula e a un certo punto trabocca: si attiva un meccanismo fisiologico definito fuga o attacco e il soggetto sperimenta dolori fisici, intolleranza agli stimoli sensoriali, disorientamento, panico, comportamenti aggressivi…
La strategia migliore è la prevenzione: conoscere le caratteristiche sensoriali soggettive permette di individuare strumenti adatti a ridurre le afferenze sensoriali che rischiano di portare al sovraccarico, quali ad esempio cuffie antirumore o occhiali oscuranti!
Perché mio figlio ha paura dell’altalena e delle scale mobili, ma poi sembra quasi divertito da suoni forti e improvvisi come l’allarme di casa?
Le alterazioni della modulazione sensoriale possono variare nei diversi canali sensoriali: il bambino descritto nella domanda presenta un’iper-reattività vestibolare ma un’ipo-reattività uditiva. Analogamente, potremmo osservare bambini ricercare attivamente stimoli olfattivi ma evitare qualsiasi esperienza tattile; oppure manifestare fastidio per luci e suoni forti ma intrattenersi a lungo in stimolazioni propriocettive e vestibolari anche intense.
Ipo e iper-reattività agli stimoli si manifestano indipendentemente nei diversi canali sensoriali determinando profili misti, ovvero caratterizzati da scarsa responsività agli input in alcuni canali sensoriali ed elevata sensibilità a sensazioni in altri canali.
La modulazione sensoriale ricopre dunque un ruolo cruciale nella quotidianità dei vostri bambini, con un impatto significativo sul loro modo di interagire con l’ambiente e sul loro comportamento.
Conoscere il loro profilo significa sapere se alcuni canali sensoriali siano ipo o iper-reattivi, ciò permette a chi si relaziona con loro di adattare l’ambiente e gli stimoli alle loro necessità.
Comprendere le loro caratteristiche individuali consente di capire le motivazioni sottese ai comportamenti di ricerca o evitamento sensoriale.
Acquisire consapevolezza sul loro funzionamento sensoriale permette di individuare strategie personalizzate e prevenire difficoltà di adattamento.
Perciò osservate le reazioni dei vostri bambini alle esperienze sensoriali quotidiane e non esitate a chiedere una valutazione che possa indentificare con maggiore chiarezza le loro difficoltà!
Continuate a seguire il blog perché avete ormai le conoscenze teoriche che vi servono per iniziare ad analizzare insieme le componenti sensoriali presenti in alcuni disturbi nel neurosviluppo, ad esempio disprassia o disturbo dello spettro autistico. Proveremo a osservare difficoltà e comportamenti da un punto di vista differente e scoprirete come la sensorialità giochi un ruolo cruciale in molte loro caratteristiche!
Bibliografia
Ayres J. A., Il bambino e l’integrazione sensoriale, Frascati (RM), Giovanni Fioriti Editore, 2012