Adolescenti a scuola: come prevenire i comportamenti a rischio?
Adolescenti a scuola… quante domande e quanti nuovi passi da affrontare!
L’adolescenza viene considerata come il periodo in cui si verificano i cambiamenti più significativi, dal punto di vista fisico, psicologico, relazionale e sociale. I ragazzi e le ragazze, tra i 13 e i 17 anni circa, si affacciano al mondo con una prospettiva completamente diversa, rispetto a quella che hanno vissuto fino a quel momento, e si scontrano con eventi che comportano, necessariamente, sia assestamenti nell’immagine di sé che nelle relazioni interpersonali: la maturazione puberale, nuove relazioni con l’altro sesso e con nuovi coetanei, l’ingresso in diversi ordini di scuola.
Alla luce di ciò, il concetto di rischio, in adolescenza, è imprescindibile dalla relazione tra l’adolescente stesso e il suo contesto. Occorre considerare il rischio come una manifestazione di comportamenti e condotte problematiche, capaci di assolvere delle funzioni indispensabili per lo sviluppo psicosociale di ciascun ragazzo. In questo senso, le cosiddette condotte a rischio costituiscono comportamenti dotati di senso, che vengono messi in atto dai ragazzi in un particolare momento, in un contesto ben specifico e con lo scopo di raggiungere intenti socialmente significativi. Divengono, pertanto, il tentativo di gestire e padroneggiare delle difficoltà.
Gli adolescenti sentono un forte desiderio di “rischiare”, mostrandosi attratti da tutti quei comportamenti “spericolati e devianti”, che hanno lo scopo di rafforzare la percezione della propria identità e soddisfare quel desiderio di vivere sensazioni nuove ed eccitanti – fenomeno definito da Zuckerman con il termine “Sensation Seeking”. Mettendo in atto comportamenti, considerati a rischio e devianti, i ragazzi perseguono dal canto loro diversi scopi, tra i qual
- l’acquisizione dell’autonomia,
- l’anticipazione dell’età adulta,
- la sperimentazione e l’affermazione di sé, il desiderio, quasi irrefrenabile, di trasgressione e superamento dei limiti.
Oggi giorno, però, è il contesto scolastico quello spesso preferenziale nel quale i ragazzi scelgono di mettere in atto comportamenti di prevaricazione e denigrazione nei confronti dell’altro, con atteggiamenti di sopraffazione, sfida, aggressività e prevaricazione.
Sono gli insegnanti a riportare, il più delle volte ai genitori ignari degli atteggiamenti dei propri figli a scuola, agiti di diversa entità: comportamenti aggressivi, insulti verbali spesso celati, intimidazioni, offese e minacce nei confronti dei pari.
Come intervenire al meglio per prevenire i comportamenti a rischio negli adolescenti a scuola?
Per arginare e contenere il problema, prima che questo sfoci in atti più pesanti, è indispensabile agire al momento giusto, mettendo in atto attività di prevenzione e promozione del benessere comune, lavorando in rete – tra scuola, famiglia e professionisti – nell’ottica di stimolare i ragazzi a sviluppare e comprendere le proprie risorse e le proprie capacità, puntando proprio sui punti di forza, che faticano a cogliere in loro stessi. L’obiettivo diviene, quindi, quello di rafforzare il loro potenziale, andando ad individuare i fattori di protezione, riducendo di conseguenza la messa in atto di comportamenti definiti al contrario “rischiosi”, basati proprio sulle loro fragilità.
Nel concreto, diviene fondamentale, perseguire proprio “insieme” – scuola, famiglia e professionisti – i medesimi obiettivi, mettendo in atto le medesime attenzioni:
- ascoltare e prestare attenzione ai diversi tipi di rischio – partendo dall’Ascolto dei ragazzi stessi,
- comprendere le motivazioni sottostanti i diversi atteggiamenti messi in atto,
- lavorare, puntando l’attenzione stessa dei ragazzi, sulle loro risorse – incentivando il loro potenziale,
- creare spazi di mentalizzazione ed eleborazione, per favorire la presa di coscienza delle proprie azioni,
- lavorare con e nelle scuole, dentro e fuori la famiglia.