ADHD: perchè proprio a mio figlio?
Una domanda che spesso attanaglia i genitori è “perchè mio figlio è ADHD?” “perchè proprio a lui?”
E’ importante dedicare uno spazio per spiegare il motivo per cui un bambino manifesta significativi tratti di iperattività, impulsività o disattenzione. Ci serve come prima cosa per comprendere i nostri figli. Ma ci serve anche per due grandi ragioni:
- aiutarci a capire come gestirlo al meglio (per esempio, quando arrabbiarci e quando sorvolare)
- controllare e diminuire il senso di colpa di ogni genitore (dove ho sbagliato? sarà stata colpa mia? se non avessi fatto questo…se non avessi fatto quello).
Con questo articolo cercherò di darvi qualche pillola su quello che ad oggi sono gli studi sull’eziologia di questi tratti comportamentali ma ricordiamoci che la scienza è in continua evoluzione.
La patogenesi dell’ADHD è complessa e multifattoriale infatti esistono differenti fattori che che interagiscono durante le fasi dello sviluppo indirizzando o no la linea evolutiva verso il disturbo o verso situazioni di normalizzazione:
- genetici
- neurobiologici
- neuropsicologici
- ambientali
Livello genetico
Alcuni studi rilevano a livello genetico una forte valenza nello sviluppo del disturbo (Faraone et al. 2005): sembrano essere coinvolti un ampio gruppo di geni (DRD4, DRD5, SLC6A3, SNAP25, HTR1B) che contribuiscono allo sviluppo della corteccia e sono coinvolti nei processi di regolazione dei neurotrasmissione e nei meccanismi di plasticità sinaptica.
L’ADHD sembra essere un disturbo ereditario, studi sulla familiarità rilevano un’incidenza del 50-70%. Ciò significa che all’interno di famiglie con un membro ADHD tali caratteristiche corrono con maggiore frequenza. Quindi i figli di un genitore ADHD hanno maggior probabilità di avere anch’essi tali caratteristiche. Ricordiamoci che siamo nel mondo dellà probabilità e non della certezza.
Molti concordano nel valutare il peso dell’interazione gene-ambiente quindi non è corretto parlare di eziologia genetica (Halasze Vance, 2002) perchè fattori ambientali possono giocare un ruolo importante interagendo con fattori genetici nel creare la vulnerabilità per il disturbo (Jensen 2000).
Livello neurobiologico
Diversi studi hanno riscontrato che ci sono delle regioni cerebrali coinvolte, esse sono quelle frontali e pre-frontali deputate alla modulazione dei processi attentivi, esecutivi e mnestici (lievi riduzioni del volume cerebrale, lievi riduzioni del lobo frontale dx e del nucleo caudato, maggior densità di sostanza grigia – Castellanos FX, Lee PP, Sharp W. et al. 2002; Sowell E.R et al. 2003, Semrud-Clikeman, M. et al. 2000)
Attenzione, ciò che dimostrano questi studi è solo la presenza di una correlazione e non di un rapporto causa-effetto quindi è lecito porsi la domanda: è il diverso funzionamento delle aree cerebrali che controllano la capacità attentiva, l’autocontrollo, le abilità di organizzare e pianificare i comportamenti in risposta a stimoli ambientali che causa l’ADHD oppure queste differenze anatomiche rappresentano la risposta cerebrale al deficit attentivo?
Livello neuropsicologico
La letteratura ci insegna che la corteccia frontale/prefrontale regola alcuni processi neuropsicologici inficiati nei bambini con ADHD, essi sono:
- Attenzione
- Memoria: a breve termine (processo cognitivo, dalla capacità limitata, che permette di mantenere accessibili le informazioni necessarie al compito e contemporaneamente elaborare quelle o altre informazioni) ed a lungo termine (esplicita o implicita cioè informazioni relative a comportamenti automatici; abilità motorie, fonetiche e prime relazioni di attaccamento, vengono esplicitate senza controllo attentivo volontario)
- Motilità (oculare, artualee facciale)
-
FUNZIONI
ESECUTIVE:
- Apprendimento e strategie
- Flessibilità
- Progettazione e pianificazione
- Inibizione e autocontrollo
I bambini con ADHD hanno, infatti, deficit specifici ma eterogenei in queste aree.
Livello ambientale
Molti studi prendono in considerazione i fattori ambientali pre-, peri- e post-natali come:
- la sofferenza perinatale e il basso peso alla nascita (Mick et al., 2002b);
- i traumi cerebrali (Maxet al., 1998);
- l’abitudine materna al fumo di sigaretta, l’abuso di alcool o droghe durante la gravidanza (Mick et al., 2002a).
Sono stati studiati inoltre possibili cause in:
- Alimentazione disfunzionale (grassi e Sali minerali);
- Esposizione ad agenti tossici (piombo).
Bisogna, d’altro canto, tener presente che nell’anamnesi della maggior parte dei bambini con ADHD non si ritrovano questi problemi (A.I.D.A.I., 2012)
Per concludere, è importante che i genitori di bambini con deficit di attenzione, impulsività e iperattività abbiano ben chiara la moltitudine di cause che possono dar vita a queste difficoltà. Purtroppo o per fortuna non è unicamente riconducibile ad errori genitoriali (se di errori si può parlare) ma è il frutto di una serie di interazioni tra diversi fattori tra cui alcuni variabili di rischio che non sono sotto il nostro controllo ma che sono neurobiologiche e pre-determinate. Per tale ragione è importante non sprecare eccessive risorse alla ricerca di responsabili e colpevoli ma investire il proprio tempo e la propria energia nel comprendere quale stile educativo è maggiormente funzionale per il nostro bambino. Quando si parla di non sprecare tempo ed energie alla ricerca di un colpevole si include anche il bambino. I bambini ADHD non scelgono di essere impulsivi o disattenti o iperattiviti. Spesso, come accennato nei precedenti articoli, è “più forte di loro”. Questo deve servire ai genitori per modulare e, se è il caso, contenere: litigi, punizioni e rabbia quando il bambino disattende regole e valori educativi da voi impartiti.
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