ADHD e scuola
In questo articolo parliamo di un tema molto sentito da maestre, genitori e, soprattutto, bambini: ADHD e scuola
ADHD in pillole
Parlando di ADHD, noto anche come Disturbo di Attenzione ed Iperattività (DDAI), è imprescindibile soffermarsi su cosa prevede la normativa rispetto alla scuola. Questo perché tra i tanti disturbi identificabili oggi, rispetto a diversi anni fa, l’ADHD è uno tra quelli che richiede il maggior lavoro in rete tra famiglia, scuola e specialisti di riferimento, al fine di promuovere nei bambini e/o nei ragazzi, caratterizzati da tale difficoltà, benessere e un contesto a loro funzionale.
Come già approfondito in altri precedenti articoli, con l’acronimo ADHD si intende un disturbo dell’autoregolazione:
- di tipo evolutivo;
- di origine neurobiologica;
- che interferisce con le attività quotidiane e i compiti di sviluppo del bambino: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella scuola e nella società.
E’ bene sottolineare, quindi, che rispetto al passato – non poi tanto lontano – “guardando” alle caratteristiche di funzionamento di questi bambini non si può più essere approssimativi e superficiali “etichettandoli” come “bambini agitati, mossi da cattiva volontà o non seguiti dalla famiglia”. Le loro fragilità trovano evidenza in segnali chiari e precisi come l’impulsività (“parla sempre senza essere interpellato”), l’eccessiva distraibilità (“sembra sempre perso nel vuoto facendosi distrarre da ogni minimo rumore o anomalia in classe”) e la fatica a controllare i propri comportamenti motori e verbali (“sul banco giocherella con tutto ciò che gli capita tra le mani”).
La normativa scolastica
In diversi articoli abbiamo chiarito la differenza tra le sigle che nel contesto scolastico sono ormai all’ordine del giorno, tra cui la distinzione tra PEI (Piano Educativo Individualizzato) e PDP (Piano Didattico Personalizzato). Sono entrambi dei documenti ufficiali che vengono redatti dalla scuola a fronte di fragilità di diverso ordine e tipo rilevate nei bambini, il più delle volte dagli specialisti di riferimento, ma tanto anche dalla scuola stessa a fronte di un bisogno riscontrato.
Ricordiamo che il PEI (Piano Educativo Individualizzato) viene elaborato a fronte di una certificazione rilasciata dall’ASL o da Ente accreditato per alunni con disabilità.
A differenza il PDP (Piano Didattico Personalizzato) viene steso per tutti quegli studenti che rientrano nella nota categoria dei BES (Bisogni Educativi Speciali) che raccoglie:
- alunni con certificazione DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) con certificazione rilasciata dall’ASL o da Ente accreditato;
- alunni con ADHD in fase di diagnosi, bordeline cognitivo senza sostegno (dove si intende un funzionamento cognitivo che si colloca al limite della norma) e alunni con disagio psicologico, con diagnosi o relazione diagnostica rilasciata dall’ASL o da Ente accreditato;
- alunni stranieri, caratterizzati da difficoltà con la lingua o in relazione all’inserimento scolastico individuati tramite i parametri QCER (“Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue”: un sistema descrittivo riconosciuto internazionalmente per valutare le capacità linguistiche);
- alunni con svantaggio socio-economico e culturale, segnalati dai servizi sociali, con relativa relazione.
ADHD e scuola – cosa prevede la normativa
Tornando, quindi, a focalizzarci sull’ ADHD a scuola, diviene fondamentale capire cosa prevede la normativa scolastica, così da attuare nel miglior modo possibile il lavoro in rete di cui si accennava all’inizio.
La Nota n.2213/2012, p.1 riporta che per la programmazione educativa per gli alunni ADHD <<certificati secondo la Legge 104/2012, vanno seguite le procedure nella stessa indicate, con particolare riguardo alla redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). […] il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è esclusivamente destinato agli alunni e agli studenti inquadrati nei BES (Bisogni Educativi Speciali)>>.
Alunni con sospetto ADHD, in fase magari di valutazione e approfondimenti, andranno come descritto sopra inseriti nei BES (Bisogni Educativi Speciali) e avranno così il diritto di usufruire in contesto scolastico di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) condiviso tra scuola e famiglia, al fine di mettere in atto tutte misure più funzionali per promuovere un adeguato inserimento scolastico e il relativo apprendimento.
Un esempio di relazione per la scuola
Per provare a concretizzar, riportiamo un esempio di ciò che dovrebbe riportare una relazione diagnostica con indicazione di inserimento nei BES.
“In ambito scolastico si ritiene importante che l’Istituzione tenga conto del funzionamento cognitivo di ………………… nella preparazione, presentazione e valutazione delle materie di studio e, in linea con la direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, si avvalga delle indicazioni previste sui BES (Bisogni Educativi Speciali) per adottare un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che includa l’uso di strumenti compensativi e misure dispensative al fine di ovviare alle difficoltà emerse.”
“A tal proposito vengono indicati qui di seguito alcuni accorgimenti che potrebbero essere considerati al fine di supportare il/la bambino/a nell’attuale percorso di studi:
Per le difficoltà di attenzione:
- Concedere un tempo adeguato per l’esecuzione del compito e comunicare chiaramente i tempi necessari per la sua esecuzione.
- Diminuire la lunghezza del compito, dividendolo in più parti che possano essere completate in momenti diversi.
- Fare pochi esercizi per volta.
- Parcellizzare il compito da memorizzare anziché svolgerlo nella sua totalità.
- Permettere di lavorare in coppia e piccoli gruppi.
- Alternare compiti interessanti ad altri meno interessanti.
- Organizzare prove scritte suddivise in più parti e invitare l’alunno ad effettuare un accurato controllo del proprio compito prima di consegnarlo.
- Gratificare ed usare il rinforzo come strumento abituale.
- Sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative.
- Sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo.
- Allenare l’alunno ad organizzare il proprio banco in modo da avere solo il materiale necessario per la lezione del momento.
- Supervisionare la corretta scrittura dei compiti sul diario.
- Assicurarsi che, durante l’interrogazione, l’alunno abbia ascoltato e riflettuto sulla domanda e incoraggiare una seconda risposta qualora tenda a rispondere frettolosamente.
- Preferire le lezioni interattive a quelle frontali, così da coinvolgere gli alunni, stimolare il loro interesse e favorire la loro capacità di mantenere una buona attenzione sostenuta.
Per contenere l’eccessiva attività:
- Incanalare l’attività in finalità accettabili (ad es. dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe per fini non distruttivi).
- Permettere di stare in piedi davanti al proprio posto.
- Attivare “Compiti premio” ossia incarichi che gratifichino l’alunno (es. portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna ecc.).
- Usare metodi di insegnamento che incoraggino la risposta attiva.
- Incoraggiare a tenere un diario dove scrivere, colorare, ecc.
- Consentire frequenti pause.
In ultima analisi, come previsto dalla C.M. del 5.01.2005, gli strumenti compensativi e le misure dispensative per gestire l’ ADHD a scuola dovranno essere applicati in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione.”
Ricordiamo, infine, che il tema dell’ADHD rimane vasto e in continua evoluzione rispetto alle nuove evidenze scientifiche, anche per quello ceh riguarda il tema dell’ ADHD e scuola, pertanto qualora necessitaste di informazioni o delucidazioni a riguardo potete contattarci al fine di ricevere un supporto a 360 gradi, tramite gli specialisti del Centro Ieled formati in materia.
Approfondisci:”ho un bambino adhd in classe“
Bibliografia
American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
A cura di Daniele Fedeli e Claudio Vio (2017), ADHD Iperattività e Disattenzione a scuola, Giunti EDU S.r.l. Firenze (2017)
http://www.provincia.bz.it/intendenza-scolastica/download/cm8_13_6_marzo_2013.pdf
http://www.provincia.bz.it/intendenza-scolastica/download/MIUR_PIANO_DID_ADHD_-2012.pdf