Il mio bambino è un terremoto! Cos’è l’ADHD, come si manifesta, quali sono le cause
Marco, un bambino di 7 anni, viene descritto dai genitori come un “terremoto”, un po’ litigioso con sua sorella e con i compagni di classe, incapace di portare a termine le attività quotidiane e di tollerare l’attesa di fronte a un forte desiderio. In famiglia il clima è teso perché Marco non obbedisce ai genitori, e loro non trovano un accordo sulle scelte educative da adottare. A scuola le insegnanti sgridano spesso Marco perché non rispetta le regole condivise, e sono un po’ preoccupate perché il bambino, pur avendo ottime potenzialità, non trova la concentrazione per ascoltare le lezioni.
I genitori di Marco, in accordo con le insegnanti, decidono di intraprendere un percorso di valutazione per il bambino, al termine del quale viene dato un nome alle sue caratteristiche: ADHD.
La coppia si chiede cosa è l’ADHD e in particolare vorrebbe sapere quali siano le cause di questa condizione.
Cosa è l’ADHD
L’acronimo ADHD sta per Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. Come suggerisce il nome stesso, si riferisce a un quadro di marcata difficoltà a mantenere l’attenzione e/o di irrequietezza motoria-impulsività. Questa condizione è persistente, ossia ha una durata di almeno 6 mesi, e causa un impatto negativo sulle attività del bambino almeno in due contesti di vita (ad esempio casa, scuola, sport)1.
Si stima che questo disturbo sia presente circa nel 5% dei bambini e nel 2,5% degli adulti6.
Inattenzione
Tra le manifestazioni di inattenzione troviamo: difficoltà a focalizzarsi sui dettagli e a seguire una conversazione o una lezione, problemi nel rispettare le istruzioni fino in fondo e a portare a termini i compiti. Il bambino con ADHD spesso sembra non ascoltare quando gli si parla, perché “ha la testa da un’altra parte”. I materiali scolastici e i giocattoli vengono spesso persi o dimenticati, e il tempo non viene organizzato bene. Il bambino con ADHD non ama le attività che richiedono uno sforzo mentale sostenuto, come ad esempio i compiti a casa o a scuola1.
Iperattività e Impulsività
L’iperattività e l’impulsività si possono manifestare come tendenza a muovere le mani o i piedi, agitarsi sulla sedia o alzarsi in situazioni non appropriate. Il bambino con iperattività ha difficoltà a impegnarsi in attività tranquille e sedentarie, e prova disagio nel rimanere fermo per periodi prolungati di tempo, ad esempio sui banchi di scuola o al ristorante. Spesso il bambino parla eccessivamente e/o risponde prima che venga completata una domanda. Con gli altri può avere difficoltà a rispettare il proprio turno, ed essere irruento nei giochi e nelle conversazioni1.
Le cause del ADHD
Dalla prima descrizione, nel 1902, è stato ipotizzato che l’ADHD sia in parte dovuto a fattori neurobiologici2, ossia che le sue cause siano da ricercare nell’anatomia e nel funzionamento cerebrale. Ecco perché i sintomi si manifestano precocemente nello sviluppo del bambino e sono molto persistenti. Le aree cerebrali che sarebbero coinvolte sono quelle frontali e prefrontali, che regolano alcune funzioni importanti, come l’attenzione sostenuta, l’inibizione, la regolazione delle emozioni, l’organizzazione del comportamento4.
L’ADHD sembra inoltre essere di natura ereditaria1: diverse ricerche hanno dimostrato che i familiari dei bambini con ADHD hanno circa il 30-35% di probabilità di manifestare le stesse caratteristiche.
Alcune studiosi, nel tempo, hanno affermato che l’ADHD sarebbe il risultato di un’inefficace disciplina dei genitori, che non riuscirebbero a esercitare un controllo adeguato sui bambini5. Invece è stato osservato che le mamme dei bambini con ADHD esercitano un maggiore, ma poco produttivo, controllo sui loro bambini, dando più comandi e rimproverando più spesso4. Secondo alcuni autori, le interazioni negative che sono presenti nelle famiglie di bambini con ADHD sarebbero causate dai comportamenti difficili dei bambini stessi3.
È anche vero che approcci educativi diversi hanno un diverso impatto sulla gestione del comportamento del bambino: alcuni sono più efficaci e altri meno. Ecco il motivo per cui, nel caso di bambini con ADHD, è importante coinvolgere nel trattamento sia la famiglia sia la scuola, oltre che direttamente il bambino. Proprio questo tipo di trattamenti multifocali verrà discusso in uno dei prossimi blog.
Il primo passo in ogni caso è sempre quello di conoscere e quindi capire cosa è l’ADHD.
1American Psychiatric Association (2013), Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, Washington, DC, APA.
2Barkley R.A. (1997), ADHD and the nature of self control, New York, Guilford Press.
3Barkley R.A. (1998), Attention-deficit hyperactivity disorder: A handbook for diagnosis and treatment, 2nd ed., New York, Guilford Press.
4Vio C. et al. (1999), Il Bambino con Deficit di Attenzione/Iperattività, Trento, Ed. Erickson
5Willis T.J. et al. (1977), A behavioral approach to treating hyperactive children: The parent’s role. In J.B. Millichap (a cura di), Learning disabilities and related disorders, Chicago, Yearbook Medical Publications, pp. 119-140.
6www.studicognitivi.it/disturbo/adhd-disturbo-da-deficit-di-attenzione-iperattivita/
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