Adhd: Intervento psicologico
“Abbiamo fatto la valutazione e ora?”
I genitori si chiedono spesso, terminato il percorso di valutazione, qual è il passo successivo. Quando si tratta di ADHD (Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività, anche chiamato DDAI), possono esserci diverse proposte di trattamento. Oltre al Parent Training, Child Training e il Teacher Training, uno dei possibili interventi che si sono rivelati efficaci è l’ intervento psicologico.
Cosa prevede l’intervento psicologico con il bambino ADHD?
L’intervento psicologico prevede che lo psicologo utilizzi negli incontri con il bambino ADHD strategie comportamentali per la modifica del comportamento. Tali strategie si fondano sui principi del condizionamento operante, teorizzato da Skinner, che si basa sul rinforzo e punizione (costo della riposta). Secondo Skinner, ciò che influisce sul comportamento sono le conseguenze che derivano da esso, per cui sarà più probabile che un individuo emetta un certo comportamento se le conseguenze sono positive (rinforzo) e, al contrario, non lo emetta se le conseguenze sono negative (punizione). Per spiegare in modo molto semplice questo concetto, alcuni esempi potrebbero essere che è più probabile che andiamo a prendere un amico in aeroporto se sappiamo che poi ci offrirà una pizza (rinforzo) oppure tenderemo a evitare una strada se sappiamo che c’è sempre molto traffico (punizione).
Per approfondire: l’iter di valutazione dell’ADHD
Quali sono queste strategie?
Solitamente per applicare tali tecniche con i bambini ADHD viene proposto un sistema a punti o a gettoni attraverso esercizi o giochi, chiamato token economy.
Tale sistema prevede che durante gli incontri con lo psicologo vengano premiati attraverso l’assegnazione di punti o gettoni (rinforzo) i comportamenti che si desidera diventino più frequenti, quando vengono seguite le regole e raggiunti alcuni obiettivi precedentemente stabiliti. Altrimenti i gettoni o punti vengono persi (punizione o costo della risposta).
Vengono quindi stabiliti e condivisi con il bambino i comportamenti desiderati che verranno premiati e i comportamenti che saranno penalizzati con la perdita dei gettoni/punti durante gli incontri. Inoltre, viene deciso in accordo con i genitori un elenco di premi che il bambino potrà ottenere con i gettoni guadagnati. Ad esempio, S.M., un bambino di 9 anni con difficoltà di attenzione, ha stabilito che con 10 gettoni può ricevere due pacchetti di figurine dei calciatori in più, con 15 un pacchetto di carte dei pokemon e così via. Fondamentale quindi la collaborazione dei genitori, non solo nella gestione a casa delle strategie individuate negli incontri, ma anche nella consegna dei premi.
È necessario coinvolgere il bambino con ADHD nella strutturazione di questo sistema, stabilendo insieme a lui un “contratto”, chiarendo le regole da rispettare, specificando i premi, cosa guadagna e cosa perde se segue o meno le regole e la lista dei premi, che potrà guadagnare a seconda dei punti o gettoni conquistati. Infatti, in questo modo il bambino diventa responsabile del proprio comportamento e più consapevole delle sue conseguenze, sia in positivo che in negativo. Di solito vengono conquistati gettoni o punti quando il bambino esegue un compito, riesce a controllare la propria impulsività, utilizza autoistruzioni o strategie cognitive. Invece, il costo della risposta si applica solitamente quando il bambino mette in atto comportamenti oppositivi, impulsivi o non rispetta le regole.
Tale sistema a gettoni permette un immediato feedback al bambino con ADHD rispetto al suo comportamento, tuttavia è necessario che i rinforzi e, di conseguenza, i premi siano veramente motivanti per lui, affinché non perda interesse nell’intervento.
Esistono altri tipi di interventi?
Accanto alle strategie comportamentali spesso vengono affiancate anche strategie cognitive, come ad esempio utilizzare le autoistruzioni verbali, sviluppare abilità di autoregolazione, applicare procedure di problem solving e riflettere sulle conseguenze dei propri comportamenti. Le autoistruzioni, in particolare, aiutano nel ridurre i comportamenti impulsivi, permettendo al bambino ADHD di acquisire un dialogo interno che lo possa aiutare e guidare nella risoluzione dei problemi. Infatti, attraverso le autoistruzioni il bambino può imparare a parlare a sé stesso e seguendo le diverse fasi del problem solving riuscire a frenare comportamenti impulsivi. Ad esempio, davanti a un compito, grazie alle autoistruzioni e all’aiuto dello psicologo che lo guida, il bambino può imparare che prima di iniziare deve comprendere chiaramente che cosa è richiesto, che deve individuare poi diverse strategie per risolvere il compito, che deve quindi scegliere tra tutte quella che per lui è efficace e dare una risposta e infine che deve ricontrollare il lavoro effettuato. Inoltre, può imparare come può pianificare le varie fasi per lo svolgimento di un compito e come può gestire il tempo per eseguirlo.
Inoltre, vi sono alcuni training neuropsicologici che allenano alcune abilità in modo specifico, come l’attenzione, l’impulsività o la memoria. Questi programmi si basano su esercizi, attività o giochi (anche presentati al computer) che il bambino ADHD svolgerà durante gli incontri con lo psicologo. Ad esempio, una delle attività che possono aiutare a sviluppare l’attenzione è il barrage. In questa attività viene presentato al bambino un foglio dove sono rappresentati tanti piccoli disegni in modo ripetuto. Il bambino dovrà individuare e barrare un particolare disegno (ad esempio, le barchette), ignorando quindi gli altri che interferiscono con il compito. Un’altra attività prevede che vengano presentati una sequenza di suoni e che il bambino individui tutte le volte che sente un suono particolare deciso in precedenza. Ad esempio, vengono presentati i versi di alcuni animali in numero crescente, il bambino deve individuare tutte le volte che sente il verso del cavallo.
È fondamentale in ogni tipo di intervento psicologico rivolto al bambino con ADHD il coinvolgimento della famiglia e della scuola per la condivisione e l’applicazione delle strategie per la gestione del comportamento. È infatti fondamentale che i genitori e gli insegnanti diventino gli esperti del comportamento del bambino, comprendano cosa provoca un comportamento, le sue conseguenze e il contesto in cui si verifica affinché possano intervenire su questi aspetti. È però importante ricordare che non esiste una ricetta da mettere in pratica che risolve tutti i problemi, ma è necessario intervenire su più livelli e contesti.
Bibliografia
Impulsività e autocontrollo. Interventi e tecniche metacognitive (Cesare Cornoldi, Marina Gardinale, Annalisa Masi, Laura Pettenò)
Il bambino con deficit di attenzione/iperattività. Diagnosi psicologica e formazione dei genitori (Claudio Vio, Gian Marco Marzocchi, Francesca Offredi)