Bambini con ADHD e bassa autostima: come possiamo aiutarli?
Cos’è l’ADHD?
L’ADHD è un disturbo di origine neurobiologica che si caratterizza per tre componenti principali:
- Disattenzione: i bambini “disattenti” sembrano “sognare ad occhi aperti” e non ascoltare; vengono definiti come annoiati e non sempre in grado di portare a termine i compiti da svolgere.
- Iperattività: nell’ambito dell’iperattività troviamo comportamenti eterogenei che vanno dal “parlare eccessivamente” e dal “fare rumore” fino al mostrare una vera e propria incapacità nel rimanere seduti. Viene considerato bambino iperattivo quel bambino che manifesta un eccesso di mobilità, sia nei movimenti piccoli, sia in quelli grandi rispetto ai coetanei di pari età.
- Impulsività: Il comportamento dei bambini impulsivi è caratterizzato da risposte verbali e comportamentali scarsamente regolate. Alcuni bambini sembrano rispondere agli stimoli che ricevono dal contesto in modo inappropriato, e agiscono senza pensare.
Gli studi scientifici evidenziano sempre più chiaramente come nel Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) siano presenti, oltre ai sintomi classici della disattenzione, dell’iperattività e dell’impulsività sopra descritti, anche scarsa tolleranza alla frustrazione, insicurezza e bassi livelli di autostima
Cos’è l’autostima?
L’autostima è la valutazione che una persona da di se stessa in base alla fiducia che ha nel proprio valore e nelle proprie capacità. Il concetto di sé costituisce la base per lo sviluppo dell’autostima e consiste nella rappresentazione mentale che ciascun individuo ha di se stesso. L’autostima può essere dunque definita come l’insieme delle valutazioni che l’individuo ha sul proprio conto; mentre nel concetto di sé prevale la tendenza a descriversi, nell’autostima prevale quella a valutarsi.
Perché la maggior parte dei bambini con ADHD ha bassi livelli di autostima?
Numerosi studi dimostrano come circa più del 50% dei bambini con ADHD presenta bassi livelli di autostima rispetto ai bambini della stessa età. La relazione tra ADHD e autostima ha molto a che fare con le difficoltà accademiche, l’alto livello di frustrazione sperimentato dai bambini con ADHD e le difficoltà legate al portare a termine.
I bambini con difficoltà di attenzione e iperattività, a causa delle loro difficoltà, ricevono di frequente rimproveri e informazioni negative sul loro comportamento. Spesso viene detto: “non urlare”, “stai attento”, “stai un po’ fermo”, “comportati bene”, o “fallo di nuovo!”. Questi bambini si sforzano di fare le cose bene, di compiacere gli altri, ma i risultati non sono sempre soddisfacenti e fanno più errori di altri anche quando si impegnano di più. Come risultato di questo sforzo infruttuoso si sentono impotenti: “Non so cosa posso fare, qualunque cosa mi riesce male”.
I compiti proposti sono spesso non adatti alle caratteristiche dei bambini con ADHD, perché richiedono attenzione o autocontrollo che non sono in grado di affrontare, aumentando così il loro senso di frustrazione, il senso di inadeguatezza e di fallimento. Dopo aver fallito ripetutamente nel compito, gli adulti, a poco a poco, smettono di offrire ulteriori possibilità o responsabilità al bambino. In questo caso al bambino giunge un messaggio negativo che dice “noi non ti lasciamo fare perché non sarai capace”. Pertanto, il bambino con ADHD inizia a sentirsi inutile, incapace e insicuro.
Come sviluppare l’autostima
Date valore alla persona, non solo alle sue prestazioni: siete così sicuri che il valore delle persone e dei bambini dipende da quello che fanno e dai risultati che raggiungono? I bambini con ADHD hanno bisogno (come tutti i bambini del resto) di sentirsi valorizzati non per quello che fanno ma per quello che sono.
Riconoscete gli aspetti positivi Esprimere il riconoscimento al momento giusto è importante perché fa sentire il bambino apprezzato e lo incoraggia a sperimentarsi in nuovi ambiti. Quando il bambino sta facendo qualcosa di giusto o si comporta bene, ditegli che vi piace quello che sta facendo. È importante sottolineare i successi invece di porre l’attenzione sui fallimenti.
Aiutateli ad accettare i propri limiti: per far accettare se stesso e le proprie difficoltà il bambino, deve prima sentire di essere accettato da parte di chi lo circonda. Attraverso l’empatia, cioè, facendo sapere al bambino che capiamo i suoi sentimenti o preoccupazioni, possiamo aiutarlo a capire che tutti noi abbiamo difficoltà in alcuni ambiti e riusciamo bene in altri.
Permettere al bambino di assumere responsabilità: i bambini con ADHD hanno bisogno di sentire che gli adulti intorno a loro hanno fiducia nelle loro capacità tanto da affidargli compiti e attività che implicano una responsabilità. Delegate compiti semplici e stabilire un sistema di ricompensa se vengono completati con successo.
Esprimere apprezzamento per i miglioramenti. Riconoscere i progressi (anche se piccoli) e congratulatevi con il bambino lo aiuterà a concentrarsi sugli aspetti positivi.
Accettate gli errori che può commettere: è necessario aiutare il bambino a comprendere il valore dell’errore che non deve essere considerato come un fallimento. Sbagliare è un passaggio necessario per l’apprendimento sia per i bambini sia per noi adulti
Concentratevi sul processo, piuttosto che sul risultato: cercate di prestare l’attenzione più che sul risultato finale sui singoli passaggi che il bambino riesce a terminare per realizzare un compito.
Per approfondire: La mediazione
Bibliografia
American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
Amador, J.A. y Forns, M. (2001). Características del Trastorno por déficit de atención con hiperactividad. Anuario de Psicología. Vol. 32 (4), 5- 21
Barkley, R.A. (1995). A closer look at the DSM-IV criteria for ADHD. The ADHD Report, Vol. 3 (3), 1-5