Attività per errori ortografici ribelli: l’accento
Come abbiamo visto in precedenza, la lingua italiana presenta regole grammaticali e ortografiche non semplici da acquisire per un bambino, e di conseguenza l’ortografia costituisce una difficoltà molto diffusa, tra cui le difficoltà con l’accento
I bambini possono avere difficoltà sia nell’applicazione del sistema di conversione fonema-grafema sia nell’applicazione di regole ortografiche.
In questa serie di articoli abbiamo affrontato, ad uno ad uno, le varie tipologie di errori che vengono commessi più frequentemente dai bambini, conoscendo dei trucchetti, dei giochi e degli esercizi per “sconfiggere” questi “errori ortografici ribelli”.
In questo articolo prenderemo in considerazione l’ultimo errore ortografico spesso presente nel quaderno dei bambini: l’omissione dell’accento.
Cosa è l’accento
L’accento consiste “nell’aumento dell’intensità con cui viene pronunciata una sillaba che acquisisce così maggior rilievo rispetto alle altre sillabe della parola stessa” (Enciclopedia Treccani, www.treccani.it).
Di conseguenza è necessario potenziare l’abilità di percezione uditiva del bambino affinché riesca a riconoscere la sillaba accentata, spiegandogli in primis , appunto, che cos’è l’accento.
Ai bambini si può spiegare in questo modo: è presente l’accento quando una sillaba della parola “vuole farsi notare” e quindi la pronunciamo con voce più forte.
Data la definizione di accento, è necessario ,come detto all’inizio, allenare la percezione uditiva del bambino.
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#1 La sillaba vanitosa
Per potenziare la percezione uditiva, si possono presentare (in forma orale) al bambino una serie di parole e chiedergli di individuare la “sillaba vanitosa” ossia quella che si vuole fare notare e quindi quella con l’accento. In questa prima fase non prenderemo in considerazione solo l’accento sulla sillaba finale ma anche sulle sillabe interne. Il bambino deve comprendere che in ogni parola c’è una sillaba su cui la nostra voce cade con maggior forza, ed è quella la sillaba con l’accento. All’inizio, se il bambino è in difficoltà, l’adulto può sottolineare la sillaba accentata con un intonazione di voce marcata.
#2 Il simbolo
Una volta che il bambino è in grado di riconoscere su quale sillaba cade l’accento, ci si può concentrare esclusivamente sull’accento della sillaba finale.
Al bambino si può spiegare che la sillaba finale è la più vanitosa tra tutte le sillabe e quindi, quando l’accento cade su di lei, non solo viene pronunciata con voce più forte ma in forma scritta vuole essere distinta con un segno grafico.
All’inizio, a quel segno grafico, il bambino può associare un simbolo da lui scelto per collegare l’abilità di riconoscere l’accento sulla sillaba finale alla necessità di segnarlo in scrittura con un segno grafico.
Come simbolo può essere utilizzato un cappello, una foglia, una piuma, l’importante che sia una scelta soggettiva del bambino in quanto sarà un suo strumento per apprendere.
Una volta scelto il simbolo, il bambino lo potrà disegnare in grande su un cartoncino e ritagliarlo, servirà per eseguire delle attività di allenamento di percezione uditiva dell’accento sulla sillaba finale.
#3 Sillaba finale ti sento!
L’abilità di riconoscere dove cade l’accento nella parola sarà sicuramente allenata ,in seguito agli esercizi precedenti, ma è importante potenziare ulteriormente il riconoscimento dell’accento sulla sillaba finale ed iniziare ad associare questo aumento della forza della voce al segno grafico.
Si possono presentare (sempre in forma orale) al bambino delle liste di parole, ogni volta che il bambino sentirà delle parole con l’accento sull’ultima sillaba dovrà alzare in alto il simbolo che ha scelto in precedenza.
#4 Accento ti sento…e ti vedo!
Una volta che il bambino riconoscere abbastanza facilmente le parole con l’accento, si può passare al dettato di esse concentrandosi sull’importanza di segnare l’accento graficamente.
Si dettano al bambino delle liste di parole, ogni volta che sente una parola con l’accento deve alzare il simbolo e poi scrivere la parola su un foglio ricordandosi di segnare l’accento graficamente. All’inizio, vicino al segno grafico che rappresenta l’accento, si può far disegnare al bambino il simbolo da lui scelto. Quando il bambino ha terminato di scrivere la parola , l’adulto la legge così per come la vede scritta. In questo modo, se il bambino si fosse dimenticato di segnare il segno grafico dell’accento, dopo la lettura della parola da parte dell’adulto, si renderebbe conto che la parola scritta non corrisponde alla parola dettata. Se il bambino non è in grado di autocorreggersi , sarà l’adulto a fargli notare la mancanza dell’accento nella parola scritta.
Siamo giunti al temine di questo percorso per imparare a “sconfiggere” gli errori ortografici. Spero che le attività vi siano piaciute e che possano essere utili per i vostri bambini.
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