3 consigli per dare regole efficaci ai bambini
Le regole a casa hanno la funzione di indicare ai bambini quali comportamenti sono consentiti e quali invece non possono essere attuati, sia in famiglia che in altri contesti, vediamo come dare regole efficaci ai nostri figli.
Affinché vengano comprese e interiorizzate è bene, però, che le regole abbiano delle caratteristiche precise. Ecco 3 consigli per renderle “efficaci”:
Le regole devono essere comprensibili
Innanzitutto, le regole efficaci devono essere comprensibili e poter essere oggetto di confronto. Infatti, il poter far comprendere al bambino il senso e il significato di una determinata norma gli consente di non viverla come un’imposizione, ma come una direzione per poter attuare un comportamento responsabile. E’ proprio sul senso di responsabilità del bambino che occorre fare leva, cioè sull’importanza che lui, con i suoi comportamenti, possa contribuire al benessere famigliare e sociale. Viceversa, un atteggiamento autoritario da parte del genitore può produrre a lungo termine due effetti indesiderati: in primis, il bambino impara ad obbedire solo perché gli viene imposto e ha paura, non perché ha veramente compreso il valore delle sue azioni, fatto che può minare lo sviluppo del suo senso critico e, paradossalmente, aumentare la voglia di trasgressione; in secondo luogo, apprende che in famiglia non c’è spazio per la discussione e la contrattazione, con un risvolto negativo sulla sua capacità di sviluppare la fondamentale competenza sociale del confronto rispettoso e costruttivo con le altre persone.
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Tenete in considerazione che la capacità dei bambini di negoziare/contrattare le regole può cominciare dalle scuole elementari o poco prima, pertanto negli anni dell’infanzia e dell’asilo le norme genitoriali sono necessariamente un’imposizione. Comunque sia, a partire dai 3 anni, può essere utile cominciare a spiegare al bambino il motivo per il quale una certa regola viene introdotta, così da facilitarne l’interiorizzazione e l’acquisizione di senso.
Le regole devono essere fattibili
Come secondo aspetto, le regole efficaci devono essere fattibili, pertanto devono essere tarate sull’età del bambino e sulle sue possibilità. Quindi, ad esempio, non ha molto senso chiedere a vostro figlio di due anni di essere presente durante una vostra riunione di lavoro, stando tutto il tempo tranquillo in un angolo a giocare, senza alzarsi o disturbare. Si può pensare, invece, che un bambino di 7 anni, se non ha problematiche di iperattività, possa passare un’ora seduto tranquillo alternando attività di compiti a brevi passatempo ludici. Anche chiedere ad un figlio più grande di rassettare la sua stanza tutte le domeniche mattina entro le ore 12 potrebbe essere infattibile, se si considera che egli può avere diverse attività da svolgere e non sempre avere il tempo necessario. Può essere, invece, più utile chiedergli di sistemare la stanza quando vuole il sabato o la domenica, purché entro la fine del weekend abbia svolto il lavoro. Questa richiesta, oltre a consentire una maggiore flessibilità e libertà, permette anche al bambino di non addurre scuse per non aver svolto la mansione richiesta. Infatti, avendo parecchio tempo a disposizione per poter svolgere il lavoro, egli può organizzarsi in modo da riuscire a farlo senza addurre scuse su impegni particolari e inaspettati sopraggiunti nel corso della giornata.
Le regole devono essere in forma positiva
Terzo elemento fondamentale per dare regole efficaci è che la regola sia proposta in forma positiva (cosa fare) e non negativa (cosa non fare). Questo perché può essere che il bambino non sappia cosa fare di alternativo al comportamento “vietato”. E’ quindi basilare esplicitargli chiaramente cosa ci si aspetta da lui. Ad esempio, dire ad un bambino “non comportarti male con tuo fratello” ha poco significato, perché non spiega cosa il bambino potrebbe fare con l’altro figlio. Quindi, a seconda del contesto, tale richiesta potrebbe diventare “chiedi a tuo fratello se puoi usare il suo gioco prima di prenderlo”, “se non sei d’accordo con tuo fratello su qualcosa, usa parole gentili per spiegargli il tuo punto di vista”, “aiuta tuo fratello a prendere i giochi dall’armadio se lui non arriva al ripiano” ecc. Per fare un altro esempio, “non mangiare sul divano” potrebbe diventare “quando vuoi mangiare qualcosa senza perderti il cartone animato che ti piace, puoi farlo sul tavolo del soggiorno”.
E ora, buona sperimentazione!
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