10 cose da sapere sul cyberbullismo (parte 1)
1. Cos’è il cyberbullismo
Si definisce cyberbullismo mettere in atto ripetutamente ed intenzionalmente azioni con l’obiettivo di far soffrire un’altra persona attraverso strumenti elettronici (per esempio sms, foto, video, e-mail, chat rooms, istant messaging, siti web, social network). Come il più tradizionale bullismo, si tratta, quindi, di diverse azioni agite nel corso del tempo con il chiaro obiettivo di fare del male, danneggiare, intimorire o mettere in imbarazzo uno specifico individuo. Si differenzia, invece, dal bullismo per il “luogo” in cui avviene poiché si verifica in un ambiente virtuale ovvero internet. Questo conferisce al cyberbullismo due peculiarità: la pervasività e l’accessibilità. Esso, infatti, può avvenire in qualsiasi momento, colpire la persona in qualsiasi luogo e si può diffondere in maniera massiccia ed istantanea coinvolgendo un pubblico ampio senza alcun tipo di controllo. In aggiunta, i contenuti diffusi in rete possono rimanervi per molto tempo e spesso è difficile rimuoverli. Infine, a differenza del bullismo, il bullo può rimanere anonimo (ad esempio attraverso l’utilizzo di profili con falso nome o nickname) e questo può indurlo ad essere più disinibito e feroce nelle sue azioni.
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2. Perché è importante conoscerlo e riconoscerlo
Il cyberbullismo non è uno scherzo. È importante che sia gli adulti sia i ragazzi abbiano ben chiaro quali sono le differenze tra il semplice scherzare e il “bullizzare”. Si scherza in maniera affettuosa quando: tutti si divertono a farlo; lo si fa tra persone che si vogliono bene; la presa in giro termina quando qualcuno si sente offeso. Il bullismo e il cyberbullismo non rafforzano né fortificano in alcun modo il carattere. Sono fenomeni che possono avere delle conseguenze anche molto gravi e conoscerli a fondo è fondamentale per sensibilizzare i ragazzi e per dare agli adulti gli strumenti per riconoscerli e farsi carico del problema. Le conseguenze sono il primo motivo per cui è fondamentale identificare precocemente il fenomeno. Non si sa con precisione ed in anticipo quali possano essere. In alcuni casi la vittima può, in maniera autonoma, trovare internamente o nella sua rete di conoscenze le risorse per superare le difficoltà; in altri casi, invece, il disagio può essere così profondo e duraturo nel tempo da generare conseguenze psicofisiche molto negative (vedi punto 8 nella parte 2 dell’articolo). Il secondo motivo per cui è fondamentale riconoscere il cyberbullismo è l’alta frequenza del fenomeno (vedi punto 3).
3. Quanto è frequente il cyberbullismo
I dati dell’ultima indagine ISTAT (condotta nel 2014) hanno evidenziato che, nella fascia di età 11-17 anni, il 22% dei ragazzi che utilizzano internet tramite computer, smartphone o tablet, ha subìto nel corso di quell’anno un atto offensivo veicolato tramite la rete. Il 5,9% dei ragazzi è stato, invece, frequentemente vittima di cyberbullismo (più volte al mese). La percentuale sale circa al 7% se si considera solamente la fascia d’età 11-13 anni. Secondo l’indagine dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) svolta nello stesso anno (su un campione di diecimila studenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni) la percentuale di ragazzi vittima del cyberbullismo si aggira addirittura attorno al 12%. Questo significherebbe che un ragazzo su dieci è vittima del fenomeno. Se consideriamo, infine, che questi dati non sono molto recenti e che presumibilmente il fenomeno possa essere cresciuto con l’aumento dell’utilizzo degli strumenti elettronici da parte dei ragazzi (come è accaduto negli ultimi anni), possiamo affermare che il cyberbullismo è un problema frequente in età evolutiva. Questa considerazione ci conduce direttamente al tema della prevenzione che assume particolare importanza. Lo stato italiano si è mosso proprio in questa direzione approvando nel 2017 una legge che si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno in tutte le sue manifestazioni. Una delle principali novità di questa legge è che anche i minori possono denunciare. Inoltre, è stata abbassata a 14 anni l’età minima per fare richiesta a siti che gestiscono dati o ai social network di rimuovere un contenuto sgradito.
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4. Quali sono le azioni del cyberbullismo
Se si immagina al modo in cui il bullismo può essere perpetrato attraverso internet, la prima cosa che viene in mente è l’invio di messaggi contenti minacce o insulti. Tuttavia, il cyberbullismo non si esaurisce considerando solamente questo tipo di azioni. Esso infatti può colpire in diversi modi anche più insidiosi. Inoltre, come menzionato nel punto 1, la risonanza del fenomeno può essere molto ampia se le azioni denigratorie sono messe in atto in contesti virtuali pubblici (come chat, bacheche dei social network, gruppi whatsapp), in cui i contenuti sono visibili e potenzialmente ulteriormente condivisibili da molte persone (conosciute o sconosciute a vittima e bullo). Vediamo quindi le principali azioni che sono considerate cyberbullismo.
- Inviare o condividere ripetutamente insulti, minacce, denigrazioni verbali, epiteti offensivi
- Creare dei profili o degli account utilizzando l’identità di un’altra persona e usarli per inviare o condividere contenuti a nome di questa persona
- Escludere deliberatamente da un contesto o da un gruppo online una persona con l’intento di emarginarla o ferirla
- Rivelare pubblicamente informazioni private o imbarazzanti riguardanti una persona
- Condividere senza il consenso della persona foto o video di quest’ultima, soprattutto se imbarazzanti, privati o modificati digitalmente in maniera offensiva
- Inviare o condividere messaggi, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti
5. Chi sono gli attori del cyberbullismo
Le persone che possono prendere parte al fenomeno del cyberbullismo possono essere diverse e ricoprire ruoli differenti. Non esistono sostanziali differenze di genere nel ricoprire un ruolo piuttosto che un altro. Sono ovviamente sempre presenti la figura del bullo e quella della vittima. Ad esse si aggiungono altre figure che possono assumere i ruoli di: aiutante del bullo, aiutante della vittima oppure semplice osservatore/spettatore. Di bullo e vittima parleremo più in dettaglio rispettivamente nei punti 6 e 7 nella seconda parte di questo articolo. Gli aiutanti del bullo possono essere anch’essi dei bulli contribuendo all’ideazione o all’attuazione dell’atto di cyberbullismo. Oppure, pur non partecipando attivamente alla genesi del fenomeno, possono favorire la sua diffusione ed amplificarne la risonanza, ad esempio: condividendo digitalmente i contenuti offensivi; mettendo segni di gradimento (per es. like, cuoricini) ai contenuti; parlando continuamente dell’atto di cyberbullismo in diversi contesti (fisici o virtuali). Gli aiutanti della vittima, invece, agiscono con l’obiettivo di supportare la vittima sostenendola dal punto vista emotivo oppure agendo concretamente per arginare il fenomeno (per es. facendola sentire meno sola o difendendola pubblicamente con delle dichiarazioni online). Purtroppo, nella maggior parte dei casi, il supporto avviene in maniera privata perché, come la vittima, anche i suoi aiutanti temono di subire delle ripercussioni ad opera dei bulli. Possono comunque avere un ruolo molto importante nel convincere la vittima a denunciare le azioni subìte agli adulti di riferimento o alle autorità. Vi sono, infine, gli osservatori ovvero tutte le persone che in rete assistono agli atti di cyberbullismo e non si schierano né dalla parte del bullo né dalla parte della vittima, non agendo in alcuno modo. Spesso essi non si ritengono attori del fenomeno ma, in una certa misura, lo sono. È infatti fondamentale ricordare che: tutti gli attori del cyberbullismo (compresi i semplici spettatori) con il loro comportamento o non comportamento contribuiscono al mantenimento del fenomeno. Come vedremo, finché il muro del silenzio non viene abbattuto attraverso la comunicazione dei fatti a chi può occuparsene in maniera adeguata, il cyberbullismo o le sue conseguenze continuano ad agire su chi ne è vittima.
La seconda parte di questo articolo verrà pubblicata il prossimo mese sul blog del Centro Ieled. Quindi, rimanendo in tema di mondo virtuale.. Stay tuned!